È Semplice

Giovedì 30 novembre a Teatrosophia in Roma debutta lo spettacolo scritto e diretto da Ilenia Costanza: È Semplice.

In scena la stessa regista, con Marta Iacopini, attrice e conduttrice televisiva nota al grande pubblico per il suo Ciao Ciao ed incantevole interprete di fiction e cinema, e Lorena Vetro, acclamata Cantastorie dalla voce portentosa, che cura anche le musiche dello spettacolo e che vedremo per la prima volta in scena come attrice.

La commedia, prodotta da I Vetri Blu e Teatrosophia, racconta il casuale incontro di tre esistenze; tre donne adulte, molto diverse tra loro, che non vivono la vita che avrebbero pianificato, poiché ciascuna in qualche maniera è stata interrotta.

Emma ha lasciato la sua vita londinese e il suo lavoro nella City per rimettere in piedi il vecchio night club dei suoi genitori e a cinquant’anni suonati si ritrova in un mondo che ormai non le appartiene più, per prendersi cura di Andrea, sua sorella, autistica, quasi estranea, e probabilmente delusa da quella sorella maggiore che si vergognava di lei.

Alice invece i cinquanta li ha anche superati; è un’attrice talentuosa, una donna più o meno risolta, sagace e briosa, con un passato simile a quello di tante donne, che si ridisegnano ogni giorno, in una società in cui è vietato invecchiare… “Non è facile rimettersi in gioco alla mia età” confesserà a denti stretti, “Perché la vita ti frega. Non ti aspetta e non ti perdona. Lei sta lì, col suo ghigno beffardo, ti provoca. È un braccio di ferro continuo”.

Ma un acquazzone autunnale scompiglia le loro labili certezze e ne incasina le priorità. E prima che smetta di piovere, un turbinio di sensazioni, di emozioni contrastanti, mature e infantili nel contempo, avrà sovvertito quell’instabile equilibrio di facciata che protegge gli adulti dall’irrazionalità.

Una commedia dolce, una storia normale che pone delicatamente l’attenzione su aspetti sociali scomodi: dalle mal celate discriminazioni di genere, all’aspettativa di vita degli adulti con disabilità; un racconto che, a bassa voce e romanticamente, esplora l’umana difficoltà di accogliersi e di comprendere che non esiste ormaimai, perché l’amore è amore. Ed è semplice. Nell’intervista Ilenia Costanza ci porta con grazia e mistero all’interno del suo lavoro emozionandoci e accarezzando le parti più fragili di ognuno di noi.

Che cosa è oggi semplice?

Penso che oggi, con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione, tante cose potrebbero esser semplici, ma paradossalmente è diventato tutto oltremodo complicato; relazioni comprese. E volendo entrare nel merito, nella mia commedia semplice è l’amore.

Di che cosa parla l’opera teatrale?

L’opera racconta il casuale incontro di tre esistenze; tre donne adulte, molto diverse tra loro, che non vivono la vita che avrebbero pianificato, poiché ciascuna in qualche maniera è stata interrotta.

Emma ha lasciato la sua vita londinese e il suo lavoro nella City per rimettere in piedi il vecchio night club dei suoi genitori e a cinquant’anni suonati si ritrova in un mondo che ormai non le appartiene più, per prendersi cura di Andrea, sua sorella, autistica, quasi estranea, e probabilmente delusa da quella sorella maggiore che si vergognava di lei.

Alice invece i cinquanta li ha anche superati; è un’attrice talentuosa in cerca di lavoro; una donna più o meno risolta, sagace e briosa, con un passato simile a quello di tante donne.

Ma un acquazzone autunnale scompiglia le loro labili certezze e ne incasina le priorità. E prima che smetta di piovere, un turbinio di sensazioni, di emozioni contrastanti, mature e infantili nel contempo, avrà sovvertito quell’instabile equilibrio di facciata che protegge gli adulti dall’irrazionalità.

Una commedia dolce, una storia normale che pone delicatamente l’attenzione su aspetti sociali scomodi: dalle mal celate discriminazioni di genere, all’aspettativa di vita degli adulti con disabilità; un racconto che, a bassa voce e romanticamente, esplora l’umana difficoltà di accogliersi e di comprendere che non esiste ormaimai, perché l’amore è amore. Ed è semplice.

La vita e’ semplice oppure?

Io credo che la vita sia semplice, è chi la vive che non riesce a liberarsi dei sassi nelle tasche e nelle scarpe. Siamo troppo presi da ambizioni e invidia, rancori e ripicche… elucubrazioni mentali e inseguimenti rocamboleschi verso obiettivi che si rivelano ineluttabilmente effimeri. Basta poco per essere felici. Ma, come diceva Voltaire, noi non viviamo mai, siamo sempre nell’aspettativa di vivere!

Tre donne, tre storie, tre esistenze perché questa scelta?

Forse perché ultimamente ahimè se si parla di donne si parla di violenza e discriminazione… non so, mi piaceva parlare di donne che si innamorano a cinquant’anni come quando ne avevano quindici; di donne che sanno reinventarsi, che amano sperimentare, che non si arrendono e soprattutto che ridono… ridono davanti alle storture dell’esistenza, ridono del mondo mentre talvolta se ne allontanano perfino!

Emma, Andrea e Alice chi sono?

Emma è forza, distacco e sarcasmo… la parte raziocinante. Andrea è la fragilità che si fa determinazione… quella parte “disabile” della società, a cui non vengono riconosciute emozioni, che invece esistono e sono profonde. Alice è la follia bella, quella che, quando la lasci entrare, ti riporta in vita. Ma ci vuole coraggio!

Qual è il messaggio per il pubblico?

Più o meno consciamente, il pubblico si troverà a riflettere sull’aspettativa di vita degli adulti con autismo (mondo ancora quasi sconosciuto) che, benché tutti ne parlino, rimane ancora un buco nero della società; o su quanto sia ancora radicato il pensiero che dopo la menopausa una donna sia percepita come “sfiorita”, contrariamente all’uomo che invece, asciutto e brizzolato, è più affascinante che mai; o ancora sul concetto di Famiglia, anch’esso tanto discusso e sempre più frammentato; o sull’amore, che non può essere oggetto di strampalate legiferazioni né tantomeno appannaggio di partiti politici. Insomma, come sempre a teatro, i messaggi possono esser tanti, ma qui verranno accolti con una risata!

Chi sono i suoi compagni di viaggio?

Sono in scena con due meravigliose artiste! Marta Iacopini, attrice e conduttrice televisiva di enorme talento e fine sensibilità, e Lorena Vetro, eccellente musicista e per l’occasione attrice capace di arrivare dritta al cuore.

Perché “Non è facile rimettersi in gioco alla mia età?

In battuta, una delle protagoniste riflette sulla difficoltà di trovare lavoro dopo una certa età. La definirei una battuta quasi banale per un concetto assai profondo.

“Perché la vita ti frega. Non ti aspetta e non ti perdona. Lei sta lì, col suo ghigno beffardo, ti provoca. È un braccio di ferro continuo?”.

Si tratta del vizietto diffuso di rimandare. Siamo tutti portati a rimandare… una telefonata a un amico solo per chiedere “come stai?”, un “ti voglio bene” a una sorella, perché tanto lo faremo la prossima volta, una cena di Natale coi nostri genitori, perché tanto è scontato che ci ameranno lo stesso… rimandare cose piccole ma essenziali, per inseguire mediocrità alla moda, quelle mediocrità che ci fanno stare “nel giro” e ci fanno sentire ammirate; scoprendo, magari quando è troppo tardi, che le cose autentiche erano altre e abbiamo perso così “momenti di vita”.

Basta un acquazzone autunnale e tutto cambia?

Sì. Basta poco per essere felici: un pensiero divergente che ci faccia aprire gli occhi, ed ecco che tutto cambia senso. E un pensiero viaggia nel breve tempo di un acquazzone.

Perché l’amore è amore. Ed è semplice?

Perché è così. L’amore non si spiega né si racconta. Arriva e ti riempie la vita. Ed è così semplice che è la prima cosa che facciamo dal primo vagito.

Andrete in tour?

Ci stiamo lavorando…

Progetti?

Sempre. Ma al momento l’obiettivo è quello di portare questa commedia davanti a tanti tanti spettatori.

Vuole aggiungere altro?

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