Con-Fundere o la delirante mescolanza della ragione

Debutta sabato 18 marzo a teatro: “Con-Fundere o la delirante mescolanza della ragione” scritto, diretto e interpretato da Andrea Chiapasco e Emanuele Franco. Con-Fūndēre è un ambizioso progetto teatrale che vorrebbe rispondere alle domande: Posso fondere due coscienze in una? Si può giocare a carte e perdere sempre? È possibile innamorarsi di uno schiaffo? Purtroppo, non è uno spettacolo di risposte affermative e nemmeno definitive, anzi, in realtà durante il viaggio, si scopre di essere usciti dalla logica delle soluzioni, tanto da portarci via ulteriori quesiti in aggiunta ai sopracitati. È difficile dare risposte esatte, ma gli autori e gli interpreti proveranno ad essere esaustivi per andare al punto (Go -> dot) cruciale della questione. Per la sicurezza, con-sigliano ugualmente di tener stretti i punti interrogativi. Per questo motivo, invitano l’organizzazione ospitante ad aiutarli ad istruire il gentile pubblico riguardo questa delicata faccenda, esortando anche i visitatori a prenderne alcuni in prestito direttamente dal palco, in caso di necessità. Nessuno esercita un vero e proprio con-trollo sulla scena, se non la con- fūsione stessa. Tutti avete però l’opportunità unica di prendervi parte. 
Andrea Chiapasco ed Emanuele Franco raccontano questa straordinaria avventura, interpretazione e sfida intima e conoscitiva di sé, del mondo e dell’altro.

“CON-FŪNDĒRE o la delirante mescolanza della ragione” di cosa tratta?

Si tratta di un viaggio nella mente di Andrea Chiapasco ed Emanuele Franco. Di ritorno dal viaggio, abbiamo partorito questo spettacolo, che ci piace definire “Comico con morale”: comico perché speriamo e crediamo che possa far divertire e ridere, morale perché allo stesso tempo abbiamo provato a sdrammatizzare certe situazioni che in alcuni ambiti possono creare problemi e disagi. Tramite l’immedesimazione proviamo a raccontare la coppia come “rapporto di gruppo essenziale” in tutte le sue declinazioni.

Perché la ragione è una delirante mescolanza?

Chi dice di avere ragione non ce l’ha per forza. La ragione non è mai univoca, perché essa dà ragione ad una parte di storia, non alla sua interezza. Ognuno costruisce la propria in relazione agli eventi ed è per questo che l’abbiamo definita “delirante mescolanza”: un turbinio di idee, convinzioni, con-fusioni di diverse teorie che portano ad una differenza di vedute facilmente paragonabile ad una sorta di caos.

È possibile fondere due coscienze in una?

Domanda a cui è difficile rispondere, come anche a tutte le altre a cui abbiamo provato a trovare risposte nello spettacolo. Non sappiamo se sia possibile, sicuramente con questo “viaggio” abbiamo provato a riscoprire l’unione possibile tra due individui in diverse tipologie di coppie, creando da due persone un’unica entità caratterizzata e mossa dai singoli, ma che si realizza grazie al legame con l’Altro.

Si può giocare a carte e perdere sempre?

Assolutamente sì.

Assolutamente no.

Dipende con chi giochi.

D’altronde, se giochi con Jim e Joe (due personaggi cruciali delle vicende narrate nello spettacolo), non potrai che imparare a giocare bene le tue carte con ogni mezzo possibile (anche non lecito): l’importante è avere sempre un Jolly da calare.

È possibile innamorarsi di uno schiaffo?

Ci piace pensare che la risposta non sia così scontata. Edgar e Josette proveranno a far capire allo spettatore quanto si possa nascondere dietro ad uno schiaffo, quanti motivi ci siano per darne uno e come un viaggio di due anime possa partire da esso.

Il viaggio che cosa rappresenta?

Per noi due? La scoperta continua di nuovi modi per farci ridere ed emozionare l’un l’altro. Per lo spettacolo la risposta è molto simile, ma ribaltata sul pubblico. Noi abbiamo cercato di creare un piccolo universo all’interno di questo nostro progetto e ci piace l’idea di accompagnare lo spettatore in un viaggio alla scoperta di nuove emozioni, di nuovi modi di vedere le cose e di nuovi interrogativi che speriamo riescano a smuovere qualcosa in lui.

Le soluzioni esistono?

Si, se le cerchi. No, se non ti soffermi abbastanza sugli interrogativi.

Esistono le risposte esatte?

Eccome! A volte però le risposte esatte cambiano, dettate da quello che ogni spettatore riesce a trovare all’interno dello spettacolo. A noi piace stuzzicare l’intelletto degli spettatori che decidono di vedere il nostro spettacolo, li consideriamo curiosi. Ci piace sapere che cercheranno queste risposte esatte anche se non saranno sicuri di averle trovate.

C’è un punto cruciale in tutto questo argomentare?

Si, un punto c’è: quello interrogativo. Non fatevi ingannare però, questo spettacolo non è un giallo. Il nostro modo di essere e di ragionare ci porta a mettere degli interrogativi in primis a noi stessi, e quindi abbiamo semplicemente pensato di coinvolgere il pubblico all’interno di questo nostro processo.

Perché consigliate di tener stretti i punti interrogativi?

Perché è il bello di essere con-fusi. In una società come quella in cui viviamo, dove le risposte la fanno da padrone e tutti ormai hanno la possibilità e quasi si sentono in dovere di dire la propria opinione, crediamo possa aver senso fare un passo indietro ed iniziare a porci quesiti. Quesiti su noi stessi, sulla società in cui viviamo, sul nostro futuro, sulla vita… Farsi domande, anche senza trovare immediatamente le risposte, è una chiave per la consapevolezza e crescita personale, senza diventare una “macchina di opinioni”.

Si può esercitare un vero e proprio con-trollo sulla scena, se non la con- fūsione stessa? Perché?

Sulla con-fusione siamo sicuri di si, mentre sul con-trollo il discorso si fa più impegnativo. Crediamo che un progetto come questo riesca a funzionare veramente quando inizi a dimenticarti di dover tenere per forza tutto sotto con-trollo e accetti che alcune cose derivino dal caos.

Di fatto, con quest’opera qual è il messaggio che volete realmente trasmettere?

Vogliamo trasmettere la gioia della risata e della riflessione, che possono coesistere in uno spazio come quello di “Con-fūndēre”.

E il pubblico? Come reagirà?

Se già lo sapessimo, non andremmo a portare questa storia in giro! Ogni volta che ci siamo ritrovati con un pubblico differente, le risposte sono arrivate in modi e momenti inaspettati rispetto ai precedenti. Per questo motivo non ci aspettiamo niente, lasciandoci travolgere dalle emozioni che scambieremo con chi verrà a vedere la storia.

Chi sono i vostri compagni di viaggio?

Beh, che dire… sono tantini. Ci sono Jim e Joe, Michael e Caddy, Paola e Gilda, Edgar e Josette, Table Tony e Tina Lady… diciamo che avremmo voluto invitarne ancora molti altri, ma non ci stavamo più in macchina. Sarà per il sequel…

Andrete in tour?

Diciamo che per noi questo vale già come un piccolo ma specialissimo e personalissimo tour: abbiamo toccato Torino, Cuneo, Milano ed ora Roma. Siamo in continua evoluzione e questo comporta anche una non semplice destinazione del progetto, ma la volontà è quella di portarlo

Progetti 2023?

Siamo ambiziosi noi, ci piace puntare dove ci sembra difficile arrivare. Il 2023 per questo spettacolo vorrà dire sicuramente rinnovamento: ci metteremo al lavoro per continuare a migliorarlo e ad affinarlo grazie ai preziosi consigli che riceviamo dopo ogni replica e grazie alla nostra voglia di perfezionare il nostro lavoro. Siamo però pronti a buttarci anche in un nuovo progetto, su cui è da un po’ ormai che speriamo di avere la possibilità di metterci in gioco. Diciamo che abbiamo messo le radici per farlo nascere.

Vuole aggiungere altro?

Un ringraziamento speciale a Patrizia Besantini che ha accettato di collaborare con due pazzi scatenati per aiutarci a migliorare questo spettacolo, poi ovviamente Agnese Valmaggia (la compositrice di tutte le musiche originali composte ad hoc per noi) e tutti coloro che hanno reso questo spettacolo e che continuano a credere in noi.

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