Bennu: frammenti di un ricordo contemporaneo

Lo sguardo, l’essenza, la storia, il ricordo, l’immagine e molto altro ancora sono ciò che ispira il fondatore e l’anima di BENNU. Questo nuovo brand si affaccia nell’infinito mondo della moda con idee innovative e rivoluzionarie. Potremmo dire che nasce “nel momento in cui da una finestra di casa, o dal tavolo di un bar, osserviamo tutto ciò che ci circonda e lo contaminiamo con quelli che sono i nostri ricordi”, racconta Niccolò Chiuppesi. Sono proprio quelle immagini che si aggrappano alle emozioni del suo creatore che danno vita a un itinerario nuovo e visionario della moda. Una nuova strada per creare capi unici che sta coinvolgendo e rivoluzionando il fare moda. Le immagini nitide che si sovrappongono a ricordi sfocati, colori che si attenuano e lineamenti che non hanno subito il passare del tempo sono ciò che si rintraccia nella magia del mondo di BENNU. C’è di più poiché il brand racchiude in sé la filosofia della sostenibilità e del genderless. BENNU ci insegna e dimostra come sia possibile dar vita a un capo unico nel pieno rispetto dell’ambiente e della sostenibilità, tanto che il passato diventa la chiave per far tornare alla luce vecchi abiti, tessuti, linee, colori che erano dimenticati nel baule della nonna o in qualche scaffale ammuffito. Come un grande girotondo, con Bennu, la moda diventa sostenibile e rispettosa di una nuova visione del fashion. “Ecco che dal desiderio costante di forgiare il passato nel nostro domani nasce un design essenziale, dove tutto ciò che è superfluo viene cancellato: come nei ricordi, resta soltanto ciò che più ci ha segnato, un marchio indelebile fissato sui capi da cuciture nette e decise, a vista. Sono i ricordi dei primi scontri e delle prime sfide con sé stessi, vissute nella terra di origine, la provincia di Siena – un territorio così celebrato e alterato da esser soltanto un territorio alienato da quella che è la memoria ad essa collegata”, racconta Niccolò. “Ogni capo realizzato porta così con sé un bagaglio, lo stesso che ognuno di noi ha preparato per tanti viaggi, e che ci ricollega con sguardi, profumi e momenti che conserviamo gelosamente dentro ognuno di noi”, prosegue. Un’intervista che senza dubbio richiama antichi valori e schiude un nuovo itinerario nell’infinito mondo della moda e della sua creazione. Perché la moda, il lusso, l’eleganza, appartiene alla vita, al ricordo, all’essere sempre e comunque parte di un insieme.

Caro Niccolò a sentire il tuo accento mi viene da pensare che sei un Toscano doc?

In realtà vivo a Firenze, sono nato e cresciuto a Chiusi da dove sono partito per fare un’esperienza di lavoro a Milano.

A Milano ti sei formato?

Ho lavorato in due aziende importanti del lusso, dapprima a Yoox poi da Dior cosmetica.

Poi che cosa accade, considerando che cambi rotta?

Ho avvertito l’esigenza po’ di fuggire da un mondo che iniziava a starmi stretto per tante dinamiche, inoltre sentivo il bisogno di parlare con la mia voce su vari argomenti – naturalmente in senso metaforico – cercando di portare la mia visione, il mio modo di vedere il mondo a prescindere da quello che è il modo con cui faccio le cose. Poi, desideravo tornare in Toscana, riavvicinarmi alle mie origini, fonte per me di grande ispirazione. Alla fine, questo è il vero valore aggiunto del mio brand.

Qual è la tua visione del mondo?

Portare all’interno delle mie collezioni i frammenti di un passato affinché possano riprendere vita nel qui e ora, è una revisione di un ricordo che diventa contemporaneo. È una declinazione, una trasposizione di quelli che sono i miei ricordi. Così le immagini che appartengono al passato le ripropongo in chiave contemporanea tenendo conto di quella che è la società di oggi.

Il nome del tuo brand: BENNU, a cosa si ispira?

Il nome è un riferimento all’uccello egiziano BENNU, l’equivalente della Fenice, quindi qualcosa che nasce dalle ceneri, che torna a vivere dal passato nel presente. Gli abiti che trasformo hanno avuto già una vita precedente e BENNU è un nome che calza a pennello per la mia filosofia di moda e stile.

Quando nasce Bennu?

BENNU viene fondato nel Febbraio del 2021 con un’idea precisa: recuperare dal passato per proteggere il futuro.
Come sono nate le prime collezioni?
Dalla ricerca svolta all’interno di magazzini e stock di capi invenduti nascono le prime collezioni di blazer sartoriali: pezzi unici e numerati che, recuperati e trasformati, fondono alla tradizione sartoriale italiana il desiderio di essere portavoce del processo di cambiamento che sta caratterizzando il nostro oggi.
Cosa significa per te questo processo di recupero?
Il processo di recupero di materiali appartenenti a contesti anche lontani da oggi porta con sé l’identità del designer di ricreare un mondo dove passato e presente convivono insieme in ogni capo, fondendo in ogni cucitura un legame indissolubile con gli elementi della natura, la terra alla quale tutti apparteniamo e l’immaginario di un passato che continua a vivere dentro di noi.

Hai avuto anche dei riconoscimenti importanti?
Il brand è stato selezionato come Designer for the Planet da Camera Nazionale della Moda Italiana durante la Milano Fashion Week di Febbraio 2022 ed è stato ospite della sezione S/Style – Sustainable Style durante l’edizione 102 di Pitti Uomo a Firenze, selezione curata dalla stylist Giorgia Cantarini.
Quali sono i valori a cui ti ispiri?
Responsabilità ambientale e sociale.

Raccontaci di più?

BENNU utilizza esclusivamente tessuti provenienti da rimanenze di archivio o capi invenduti per la realizzazione delle proprie collezioni. Il principale obiettivo è la riduzione dell’inquinamento causato dalla sovrapproduzione di nuovi capi e nuovi tessuti, e conseguentemente rallentare il ritmo frenetico che contraddistingue il mondo del fashion.

Dove plasmi e dai forma alle tue collezioni?

BENNU affida le proprie produzioni a laboratori indipendenti e/o sartorie sociali italiane, collaborando così con fornitori locali che garantiscono un salario equo per i dipendenti di tutta la filiera e mantenendo la massima qualità dei prodotti. Tutte le realtà coinvolte riflettono l’impegno di BENNU per il massimo rispetto verso l’ambiente, sia con i più alti standard qualitativi aziendali sia – dove possibile – con certificazioni. Ho dei collaboratori che mi affiancano e al tempo stesso gli antiquari fiorentini mi hanno messo a disposizione il loro materiale come, ad esempio, i bottoni anni ’30 di alcuni magazzini.
Possiamo dire che BENNU sia un Manifesto per l’identità di genere e la libertà di espressione?
Ciò che BENNU vuole esprimere si può racchiudere in un passaggio di Foucault, dove il genere viene indicato come una variabile fluida che cambia e si modifica in contesti ed epoche diverse. BENNU vuole essere protagonista di un universo non-binario contemporaneo, un universo consapevole, dove chiunque scelga di indossare i capi del brand si senta parte integrante del processo di cambiamento che sta caratterizzando la nostra società.

C’è anche aria di cinema nelle tue collezioni?

I miei studi in Discipline Umanistiche a Firenze mi legano fortemente al mondo della letteratura e del cinema. Sono ambienti culturali e sociologici che stimolano in me non solo curiosità ma anche immagini, emozioni, ispirazioni che poi si declinano nel racconto dei miei capi. Il cinema è una grande fonte di ispirazione, ti permette di cogliere l’essenza in un’immagine.

La collezione Primavera-Estate 2023 come l’hai costruita, a cosa ti sei ispirato?

Sto raccogliendo le idee, la mia fonte di ispirazione è una regista ma non voglio dire molto di più perché non vorrei cambiare idea all’ultimo minuto.

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