Omicidi rituali: tra esoterismo e follia

Quando il delitto si tinge di simboli, sangue e mistero.

Il crimine che parla in codice. Non tutti gli omicidi nascono da un movente razionale. Alcuni sembrano seguire un copione oscuro, fatto di simboli, riti, date precise, sacrifici. Sono gli omicidi rituali, quei delitti in cui l’atto di uccidere diventa parte di un rito esoterico, mistico o paranoico. Ma dove finisce la suggestione? E dove inizia la follia?

Le Bestie di Satana: la setta dell’orrore. Italia, primi anni Duemila.

Un gruppo di giovani tra i 18 e i 24 anni, apparentemente normali, amici, studenti. Dietro la maschera, però, si nascondeva un mondo di riti satanici, droga, sottomissione mentale. Commettono almeno tre omicidi, seppellendo i corpi nei boschi. Uno di questi, Mariangela Pezzotta, viene uccisa a sangue freddo da chi diceva di amarla. Il movente?Purificare la setta. Eliminare chi si stava “staccando dal culto”. Un mix di esoterismo, manipolazione mentale e delirio collettivo. Il male, in gruppo. E il rituale, come giustificazione.

I delitti della Luna Piena.

Negli anni ’90, in Italia e in Francia, iniziano a emergere casi definiti “omicidi lunari”: crimini compiuti durante la luna piena, con simboli esoterici lasciati sulla scena del delitto. In alcuni casi, i killer parlano di “voci”, di “chiamate divine”, di necessità spirituali. Ma dietro il misticismo, spesso, si celano disturbi psichici non curati, oppure deliri di onnipotenza mascherati da fede oscura.

Riti di sangue e manipolazione.

Non tutti gli omicidi rituali sono legati a sette vere e proprie. A volte è una sola mente disturbata, altre volte è una dinamica di gruppo con un leader carismatico e delle “pedine” manipolabili. Il rito serve a dare senso al crimine. A renderlo “sacro”, “necessario”, “giustificato”. Sangue versato non per rabbia, ma per “elevazione”. Ed è proprio questo ciò che inquieta di più: l’intenzione simbolica dietro il gesto. Il delitto, visto come passaggio, sacrificio, iniziazione.

Tra folklore e realtà criminale.

Molti associano i rituali omicidiari a satanismo, occultismo, o credenze magiche. Ma attenzione: non tutta la simbologia esoterica è legata alla criminalità. Ci sono credenze, culture e pratiche spirituali complesse che non hanno nulla a che vedere con la violenza. Il vero pericolo nasce quando il simbolo diventa pretesto per il dominio, per l’annientamento dell’altro. Quando un rito, invece di connettere con l’invisibile, giustifica l’omicidio.

Il mistero come alibi.

Gli omicidi rituali ci attraggono perché sembrano usciti da un romanzo dell’orrore. Ma sono veri. Reali. E dietro i cerchi tracciati a terra, i crocifissi rovesciati, le invocazioni, ci sono vittime vere. Il mistero non basta a spiegare la violenza. E la follia non sempre assolve.

Psicologa, Psicoterapeuta, Criminologa, Giornalista, Blogger, Influencer, Opinionista televisiva.

Autrice di numerosi saggi e articoli scientifici.

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