Se pensi che i delitti domestici non esistano, non hai mai conosciuto Pippa Pickle.

Giornalista, 56 anni, vive a Pluckley — il villaggio più infestato d’Inghilterra — e convive con il sospetto costante che la sua lavatrice stia tramando qualcosa contro di lei.

Tutto comincia una mattina di novembre, quando Pippa si accorge che la sua collezione di calze è inspiegabilmente dimezzata. “Non può essere un caso,” scrive sul suo taccuino rosa shocking, “qui c’è la mano di un criminale. Forse un serial killer di tessuti.”

Vivian, l’amica più realista, ride: “Tesoro, le calze non spariscono. Scappano. Hanno visto il tuo abbinamento con le scarpe leopardate e si sono date alla fuga.”

Rachel, l’eterna romantica, propone un’ipotesi poetica: “Forse si reincarnano in guanti spaiati, chi può dirlo?”

Pippa non si arrende. Allestisce una scena del crimine nel bagno, misura tracce d’acqua e fotografa le prove: un ammasso di cotone sospetto sotto la lavatrice.

Gavin, l’amico gay dal sarcasmo tagliente, arriva, osserva e commenta:

“Cara, questo non è un delitto. È un dramma esistenziale di chi fa il bucato senza occhiali.”

Dopo tre giorni di indagini, Pippa risolve il caso: le calze erano finite dentro la fodera del piumone.

Archivia il tutto con un bicchiere di gin tonic e scrive il suo pezzo per il Daily Whisper:

“Il caso della calza scomparsa – quando il vero assassino è il disordine.”

Morale? Anche i misteri più assurdi si risolvono con una buona dose di ironia e un po’ di candeggina.

Psicologa, Psicoterapeuta, Criminologa, Giornalista, Blogger, Influencer, Opinionista televisiva.

Autrice di numerosi saggi e articoli scientifici.

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