Le donne cercano l’uomo sicuro. Determinato. Potente. Fascino da seduttore che sa corteggiare senza insicurezze. Gli uomini timidi sono molti di più di quanto si possa immaginare. Apparentemente poco coraggiosi e spigliati, con l’anima sensibile che meritano un’opportunità. Questa categoria di uomini può rivelarsi un concentrato di esplosività. Simpatia. Intelligenza. Passionalità inaspettata basta solo avere la pazienza e la voglia di scoprirli.
Il difficile sta nel primo tempo d’incontro. Dopodiché tutto acquista una declinazione avvincente e ricca di sorprese inaspettate. Se è vero che ogni vita vissuta è incontro, allora qualsiasi incontro, anche quello con l’uomo timido, è apertura verso il possibile.
Essere intrappolati nella spirale della timidezza conduce a costruire una serie di strategie difensive che conducono in un territorio sdrucciolevole e poco soddisfacente. Accade d’incontrare uomini giovani e/o meno giovani che vivono all’interno di una gabbia, dove uscire diventa difficile. La loro è una paura antica che si manifesta nell’incontro con l’altro. Soprattutto se l’altro è una figura che occupa la loro sfera emotiva-affettiva.
Le domande sono semplici ma al tempo stesso esprimono una difficoltà relazionale significativa. Che cosa devo fare? Come devo comportarmi? Che cosa devo dire o non dire? Devo dichiararmi o non dichiararmi?
Un turbine di riflessioni inonda la mente dell’uomo timido creando un clima ancor più teso che si aggiunge alle insicurezze che contornano la loro vita. Cercano l’essenza ma incontrano e cozzano con la superficialità del XXI secolo. Così, dichiararsi o non dichiararsi, si presenta come un Amletico quesito che ingabbia l’uomo timido in un vortice dirompente.
Lui non è il macho palestrato nonostante tutto ha un fisico tonico.
Non ha l’auto acchiappa guapa, tuttavia non se la passa male.
Gentile. Cortese. Raffinato.
Look con richiami inglesi.
Piccole stravaganze che lo rendono interessante.
Nel lavoro è vincente. Si impegna. La carriera decolla anno dopo anno.
Ha un loft.
Insomma, tutto sommato, un insieme di caratteristiche accattivanti che potrebbero condurlo verso la meta desiderata: conquistare quella donna che ha nella testa da mesi.
Ahimè, la sua timidezza non glielo permette.
Lo ingessa nell’indecisione. È lì in attesa che qualcosa accada.
“Farà lei il primo passo?”.
Si domanda alla ricerca di un po’ di determinazione.
“Ci vorrebbe un amico che …”, continua a ripetersi.
“La sua migliore amica potrebbe parlargli di me?”, si domanda senza trovare una risposta.
Quella donna è perfetta.
Lo attrae. Stimola il suo desiderio. La incontra nei suoi sogni. La cerca nella sua fantasia. La insegue tra la folla di un apericena glamour stando ben attento a non farsi notare.
Lui la guarda quando lei non lo guarda. Non vuole essere sorpreso a osservarla, preferisce ammirarla da lontano, di nascosto.
Chiede informazioni con la massima discrezione. Confida le sue pene d’amore all’amico di sempre cercando di trovare una via per comprendere se anche lei è interessata.
S’informa dalle sue amiche. Cerca di avere più notizie possibili. S’interroga su di sé con domande che lasciano intravedere un’insicurezza disarmante. Mostra la sua goffaggine. È agitato. Indeciso. Maledettamente insicuro di sé.
Quando la vede al supermercato dietro casa e lei accenna un sorriso, abbassa lo sguardo. Si ammutolisce. Balbetta. Arrossisce. S’imbarazza.
Un perfetto incapace. Finalmente riesce a trovare il numero di telefono. Resta bloccato nell’incertezza di chiamare. Così preso dal fare o non fare, per non sbagliare, non fa nulla.
Preferisce comunicare con chat o sms. È più a suo agio.
Attraverso il web non è osservato. Giudicato. Visto. Messo alla prova. È più libero di parlare di sé. Si pone come amico pronto ad aiutarla pur di poterle stare vicino.
Crea una zona di confort, dove sentirsi protetto. Ci si accomoda. Non è quello che vuole. Non ha il coraggio di fare la prima mossa. Aspetta.
Nel frattempo la vita scorre con il rischio di far svanire l’opportunità di incontrare affettivamente quella persona.
Allora che cosa fare? Come sbrogliare la matassa della timidezza? Come uscire dal tormento? Come dichiararsi? Come tuffarsi nella possibilità che si sta presentando?
Primo passo – Consapevolezza di sé e delle proprie emozioni.
Secondo passo – Corteggiamento romantico, semplice ma incisivo. L’amor cortese e romantico per toccare il cuore di lei.
Terzo passo – Primo appuntamento con invito a cena. Cercare un posto unico.
Quarto passo – Secondo appuntamento con gita romantica. Al lago. In montagna. Al mare. Immersi nella natura.
Quinto passo – Raccontarsi. Scoprirsi. Guardarsi negli occhi.
Sesto passo – Trovare interessi comuni.
Settimo passo – Farsi apprezzare per la propria interiorità. Unicità.
Ottavo passo – Vivere la timidezza come una risorsa e non come un limite.
Nono passo – Dopo qualche tempo il primo bacio. Delicato. Romantico. Passionale.
Decimo passo – Credere che volere è potere.
La timidezza se ben gestista è una risorsa che può aprire un viatico intenso e stimolante.
Essere timidi è una modalità di porsi in rapporto all’altro, non è un limite ma un punto di partenza verso la consapevolezza che ogni incontro è grazia e mistero.