Loro.Io.

In libreria “Loro. Io.” di Paolo Incani. Per sintetizzare la vita di Paolo Incani basterebbero due parole: fasi e cambiamenti. Da sempre appassionato di viaggi, fotografia e lettura, dopo gli studi compiuti presso le facoltà di Ingegneria e di Scienze Geologiche dell’Università romana “La Sapienza”, Paolo Incani intraprende la professione di geologo progettista.

Contemporaneamente si abilita all’insegnamento e diventa un giovane e appassionato docente di matematica e scienze della scuola media. La voglia di affrontare nuove sfide lo porta ad abbandonare gli studi di progettazione geotecnica e i banchi di scuola per dedicarsi al mondo delle multinazionali.

Dopo un lungo periodo in cui veste i panni di manager di primarie multinazionali americane, decide di cambiare radicalmente vita e darle un nuovo significato, quando vince una cattedra a scuola e si getta ancora a capofitto e con una consapevolezza tutta nuova, nella passione per l’insegnamento. Il sopraggiungere di una grave malattia gli impone di fermarsi per un lungo periodo e trova stimolo e conforto nella scrittura del suo primo romanzo: “Loro.Io.”.

 

Oggi, Paolo Incani è tornato a insegnare in una bella scuola del centro storico di Roma, a pochi passi da casa.

Il libro racconta la vita, quella che accade con le sue infinite declinazioni.

Un paesello del Salento affacciato sulla baia di Gallipoli è lo scenario perfetto per un’estate davvero unica. Sulla terrazza nell’antica e accogliente dimora Anna Lia, l’appuntamento all’ora del tramonto diventa un’abitudine irrinunciabile, l’occasione per raccontare e mettersi in ascolto; complici il buon cibo, il buon vino e qualche spritz, Pascal, Fabio Massimo e Lorenzo, da perfetti sconosciuti, instaureranno un sincero e profondo rapporto di amicizia in cui, accanto al divertimento e alla leggerezza, ci sarà spazio per profonde riflessioni sulla realtà e sul senso della vita. Paolo Incani ci racconta in questa intervista la sua opera prima.

Il primo libro non si scordai mai, emozioni, pensieri e sensazioni?

Scrivere un libro significa seguire un percorso per dare forma e consistenza ai propri pensieri; riordinarli nero su bianco, in un volume rilegato che abbia un titolo e una bella copertina, vuol dire renderli accessibili a tutti. Trovare poi quel libro sugli scaffali delle librerie o, digitandone il titolo, vederlo recensito in internet, rappresenta in modo concreto l’essere arrivati alla fine di quel percorso, se non, addirittura, l’essere andati un pochino oltre. Quando ho iniziato a scrivere il libro ero gravemente malato e non ero certo che sarei arrivato a scriverlo fino in fondo, perché non era certo il fatto che ogni giorno per me ci sarebbe stato un domani. Avercela fatta ed essere arrivato a questo punto, effettivamente per me è una grande emozione.

Il titolo molto intrigante “Loro.Io.” Cosa significa?

Il titolo del libro, così come anche la foto sulla copertina, è emblematico. Il significato lo si intuisce man mano che si procede nella lettura, ma solo nell’ultimo capitolo, con un finalone a sorpresa, si svelano tutta la storia e il senso del libro.

Una curiosità: chi è Paolo Incani?

Paolo Incani è un professore di matematica e scienze, uno come tanti che da sempre legge un po’ di tutto e che, a furia di leggere libri, arriva un giorno a decidere di volerne scrivere uno per conto suo.

La scelta di fare lo scrittore non è una scelta casuale, per lei che cosa significa e ha significato?

In realtà non sono uno scrittore ma in passato avevo già avviato la scrittura del libro. Poi, proprio perché non sono uno scrittore, le diverse priorità mi hanno portato ad accantonare la scrittura. Un brutto giorno, la malattia arriva improvvisamente e, senza neanche bussare prima alla porta, si impossessa della mia vita e dei miei pensieri. Da subito capisco che quello sarebbe stato il momento perfetto per tornare a scrivere, decidendo così di regalarmi la possibilità di divagare con la mente, di trovare conforto nella scrittura, di vivere attivamente un periodo della mia vita che altrimenti sarebbe stato fagocitato unicamente dalla sofferenza e di portare a termine qualcosa che non avrei voluto lasciare in sospeso per sempre.

“La vita è quello che ci capita; la differenza sta nel come decidiamo di viverlo”. Sarà davvero così?

Certo, è assolutamente così. Questo non significa non darsi da fare per migliorare noi stessi e le nostre condizioni di vita, o per cercare di realizzare i nostri sogni e le nostre aspirazioni. Ma pensare che tutto quel che ci riguarda dipenda direttamente da noi è troppo presuntuoso. Quanti di noi avrebbero voluto evitare di ammalarsi, di perdere il lavoro o un amore, di fallire. Quanti avrebbero scelto di nascere in un’altra famiglia, in condizioni diverse o sotto l’altra metà del cielo, quella dove vivere non si confonde col sopravvivere? Decidere se lagnarci perché le rose hanno le spine, o gioire perché un roseto spinoso è fiorito, dipende da noi e dal valore che decidiamo di attribuire a ciò che viviamo.

Di cosa parla il romanzo?

Il libro racconta delle storie di tre uomini piuttosto diversi tra loro, che non si conoscono e che conducono delle vite distanti e piuttosto diverse, ma che in qualche modo, durante il racconto, si intrecciano. Quel che ne viene fuori è una specie di allegro e discorsivo zibaldone, un tourbillon di fatti, racconti, descrizioni, sensazioni, argomenti e riflessioni di tutti i tipi giustapposti in successioni logiche. Si alternano pagine esilaranti ad altre di grande commozione, alcune di narrazione e di dialogo ad altre di profonda riflessione, usando i personaggi con le loro caratteristiche e personalità, incastonati con equilibrio per renderli funzionali al racconto.

Quanto di Paolo è racchiuso nella narrazione di “Loro.Io.”?

Tutto. “Loro. Io.” è Paolo.

La mattina è il momento perfetto per capire che viatico percorrere? Perché?

Al mattino, specialmente se è presto, si ha davanti la prospettiva dell’intera giornata. Ogni giorno è un grande viaggio, non si sa esattamente per andare dove, ma come tale crea in noi delle aspettative. Cristoforo Colombo ha detto che non si attraversa l’oceano se non si ha il coraggio di perdere di vista la riva: ogni mattina è un po’ come se dovessimo ritrovare questo coraggio.

Che cosa racchiude questo progetto editoriale?

Il progetto è partito da una esigenza personale, che poi è andata ben oltre il previsto, evolvendosi in qualcosa di più grande. Quel libro è nato come un compagno di viaggio quando sono stato colpito da una forma di leucemia acuta mieloide, tanto improvvisa quanto aggressiva. La malattia è stata grave e lunga, le cure invasive e devastanti e sono stato dato per spacciato e senza speranza più di una volta. Eppure, grazie alla generosità di uno sconosciuto donatore di midollo osseo, ho avuto un nuovo inizio, la vita è andata avanti, il libro è stato concluso proprio l’ultimo giorno prima delle dimissioni dall’ospedale e adesso eccomi qua a fare questa intervista e in buona salute. Attraverso la vendita del libro ho potuto raccogliere dei fondi per sostenere l’associazione donatori di midollo osseo e non nascondo che mi piacerebbe se riuscissi a fare di più. Perciò continuerò a darmi da fare per promuovere il libro, per il momento partecipando ad alcuni concorsi letterari e poi ai saloni nazionali e internazionali del libro. Vedremo…

Nietzsche ha scritto “Chi ha un perché per vivere sopporta quasi ogni come…” che cosa rappresenta per lei questo pensiero?

In brevissimo tempo, il libro in un certo senso si trasforma da un hobby impegnativo per il quale non riuscivo a trovare abbastanza tempo da dedicare, a un’ancora di salvezza vera e propria: il libro da finire di scrivere a quel punto diventa il mio ‘perché’ mentre i miei giorni peggiori in ospedale, diventano il mio ‘come’ da sopportare.

Quali sono gli autori cui si è ispirato e si ispira?

Tutti e nessuno in particolare. Nella lettura vado molto a periodi, seguo dei filoni letterari, scegliendo di leggere alcuni libri dello stesso genere, a volte dello stesso autore, ma per il mio romanzo ho scelto uno stile del tutto personale.

Progetti?

Non escludo di dare in un prossimo futuro un seguito a “Loro. Io.” ma per il momento mi concentro sulla sua promozione, pensando anche di ricavarne un’opera teatrale o cinematografica.

Vuole aggiungere altro?

Nel libro ho scritto che c’è chi vive nell’attesa che arrivi un domani e nella speranza che sia migliore di oggi, senza però rendersi conto che oggi è quello che solo ieri sarebbe stato domani. A quelle persone voglio dire di riprendersi in mano la propria vita e di viverla con coraggio e intensità. Buona vita a tutti!

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