Mercoledì 20 marzo al Teatro Golden in Roma lo spettacolo “Le carte danzanti” scritto e diretto da Maria Strova.
La drammaturga è la direttrice italo-colombiana del Teatro del Respiro, per lei, il Teatro e la Danza Orientale, sono tutto il suo mondo. Ha studiato Danza Classica molto presto in Colombia con maestri russi. A soli 17 anni si trasferisce negli Stati Uniti vivendo tra New York e Los Angeles. Ha lavorato nello show di Ellen Burstyn, direttrice dell’Actors Studio, ha recitato accanto a Don Johnson in Free Fall, l’ultimo episodio della serie Miami Vice. Ha lavorato con Quentin Tarantino nel suo primo film, Le Iene.
Ha pubblicato con Macro Edizioni varie opere letterarie tra cui il suo ultimo lavoro: Le Carte Danzanti. Un titolo, quest’ultimo, bizzarro e al tempo stesso stimolante da cui prende vita anche un lavoro teatrale.
E se giungesse una carta a indicarti la strada che hai sempre voluto percorrere, ma non ne hai mai avuto il coraggio? La carta ti sceglie, la Musa ti bisbiglia per avvicinarti alla bellezza del corpo che danza, alla musica che stravolge l’ordine quotidiano, ai sensi che sollecitano la tua immaginazione e la tua sensualità. Un invito a non cercare la perfezione, ma una sensazione umana che parla di tutti noi.
All’interno dello spettacolo “Le carte danzanti”, ali, veli speciali e altre oggetti di scena originali creati dall’autrice per la Danza Orientale.
“L’idea dello spettacolo è di unire pubblico in sala e artisti in scena per porci delle domande profonde sull’immaginazione, sulle paure più oscure e sull’arte. Le immagini delle Carte Danzanti donano i temi delle coreografie che vengono messe in scena. Le carte della Musa Bisbiglia sono suggerimenti che ci esortano a esprimerci liberamente. La musa potrebbe essere capricciosa e fare un po’ a modo suo, privandoci della sua ispirazione, ma le cose stanno veramente così? è vero che non abbiamo nessun controllo sulla nostra creatività? Non amo la finzione né nella recitazione né nella danza e posso offrire questo a chi viene a vedere i miei spettacoli: uno specchio di verità e semplicità”, racconta Maria Strova
L’autrice generosa e sensibile si racconta con passione e intensità portandoci nel suo mondo dove vita e passione, anima e corpo, sentimento ed emozioni si fondono in un dialogo uniche che richiama il Daimon.
“Cara Barbara rispondo per scritto alle tue domande. Ti ringrazio, mi è piaciuta molto la tua intervista e mi ha fatto sorridere e pensare al mio lavoro da altri punti di vista. Bello, un grande abbraccio!” scrive la Strova.
Cara Maria debutterà il 20 marzo con “Le carte danzanti”, sono curiosa e le chiedo: come fanno le carte a danzare?
Le Carte Danzianti sono un progetto editoriale, un gioco in cofanetto uscito con la Macro Edizioni. Danzano perché hanno un immagine e una frase che suggerisce un tema danzante da sviluppare ognuno a modo suo in una danza improvvisata. Ad esempio, con Martinica Ferrara Strova, una delle Carte che abbiamo per lo spettacolo era: “Sei una farfalla nel giardino della tua anima” con un’immagine di danzatrice velata e ci ha suggerito un giardino brullicante di vita con venti danzatrici alate che risvegliano la flagranza delle loro ali con il movimento. Le abbiamo viste con delle Ali di Maria bianche. Ali della mia creazione che suggerisce una farfalla con un volo etereo e grande. Poi il bianco è un colore neutro dove ognuno di noi può sentire e vedere quello che desidera. E da lì è partito il lavoro per questa coreografia che è un amorevole incontro.
E se giungesse una carta a indicarti la strada che hai sempre voluto percorrere, ma non ne hai mai avuto il coraggio? Che cosa succede?
Ci sono delle Carte speciali che le ho chiamato La Musa Bisbiglia, contengono suggerimenti per aiutarti a non arrenderti alle regole sociali, e non lasciare che la paura ti fermi…o per non arrenderti agli stereotipi che riguardano il tuo ruolo nella vita o come danzatrice. La Musa ti dice: “vai, non arrenderti all’invisibilità” o ti dice: “fai meno, basterà” per aiutarti a trovare quello che senti e vuoi fare danzando senza giudizi che bloccano la tua creatività e la tua personalità.
Questo modo di lavorare viene dalla mia esperienza come attrice negli USA. Un lavoro molto importante come attrice è di trovare la connessione del testo che ti danno da interpretare con la tua vita per non creare scissioni ma trovare l’incontro tra i due. Ho lavorato tanti anni con Peter Flood dell’Actors Studio di New York e con Ellen Burstyn la direttrice dello Studio e con loro si giocava con il testo con le immagini per dare vita al personaggio. Le Carte Danzanti vengono dal desiderio di dare voce a quello che hai dentro e che con il movimento e la danza possiamo esprimere.
Perché la carta ti sceglie?
Perché in questi anni che lavoro con le Carte, ho constatato che i suggerimenti funzionano e sono giusti per le persone che si sentono accolte e possono procedere più sicure nella danza. Le Carte hanno un modo di arrivare alle persone con gentilezza proponendo un lavoro che si esprime con il gioco e con il coraggio di seguire le proprie sensazione e idee in danza ma anche nella vita di tutti i giorni!
Quanta bellezza racchiude un corpo che balla?
Tanta bellezza quanto la verità che esprime e non ha a che vedere con misure o taglie ma con l’amore verso la vita, l’espressività e verso se stessi.
Perché l’invito a non cercare la perfezione?
Perché è noioso. Trovo più interessante una persona che fa degli errori perché rischia qualcosa di nuovo e risolve il problema in scena in danza nel miglior modo possibile con coraggio e non una danzatrice che ripete solo quello che le viene bene e va a colpo sicuro e non rischia niente per non commettere errori e rischiare una brutta figura. Si annoia lei e ci annoiamo noi guardandola.
Questo non vuol dire che non ci mettiamo ore e ore di studio, di lezione di tecnica in danza ma non è la tecnica il fine ma lo strumento che ti aiuta ad andare dove tu vuoi.
La perfezione di fatto che cosa è?
La ricerca di un canone tecnico stabilito, una danza sviluppata al massimo. Escludendo difetti o intoppi. A me piace l’accettazione della nostra umanità e della nostra imperfezione. In danza soprattutto se la vuoi fare per la vita intera è molto importante il lavoro con i nostri limiti e i nostri difetti per trovare strade che possiamo percorrere bene sempre e non solo a vent’anni. A volte pure gli errori ci portano davvero a strade interessanti suggerite dal nostro stesso corpo e dall’inconscio.
Esiste?
No… forse come utopia. Una ricerca che ti porta a camminare un passo dopo l’altro.
All’opera teatrale si aggiunge un cofanetto particolare, perché?
Il cofanetto delle Carte Danzanti. Sono 32 quelle con l’immagine e le frasi con un tema per la danza. E sono 40 le Carte della Musa bisbiglia con i suoi suggerimenti. Inoltre c’è un libricino dove parlo di come usarle e perché è importante avere un’immaginazione allenata e saper improvvisare con quello che hai e non con quello che vorresti avere!
Chi sono i suoi compagni di viaggio?
Mia figlia Martinica Ferrara Strova che cura il coordinamento artistico, la coreografia e danza.
Juan Diego Puerta Lopez che cura la direzione artistica del progetto. Le luci sono di Marco Macrini e Davide Di Francescantonio. Gabriel Ferrara cura la produzione della Danzatrice Alata che è un bel gadget fatto per l’evento. La Musa che Bisbiglia è Livia Lupattelli, la bambina, Alice Di Giorgi.
Nel cast siamo una trentina di artisti.
Compagnia Maria Strova: Martinica Ferrara Strova, Giada Somenzari e Maria Strova.
Nikitas: Martinica Ferrara Strova con Assia D’Anna Galluccio, Sarah Debbaghi, Sara D’Acchille, Fulvia Bracali.
Mermaids: Barbara Gervasi con Michelle Fugazza, Antonella Appolloni, Regina Vivan, Francesca Salandri.
il Giardino dell’Anima: compagnia di Maria Strova con Francesca Trezza, Allegra Falbo, Barbara Gervasi, Chiara Amadio, Cinzia Cotellessa, Clarisa Gil, Eliana Cacciatore, Federica Semprebene, Fulvia Bracali, Giulia Coletti, Vittoria Iavicoli, Nadia Slimani, Laura Comandini, Nadia de Marco, Sara D’Acchille.
Aradia Spell Project: Antonella Sciahina con Chiara Lo Verme, Elisa Pierleoni, Isabella Leone, Martina Buccheri.
Qual è l’idea che si racchiude nel suo spettacolo?
Quanto sia importante permettersi di giocare, di tornare bambini e di trovare l’ispirazione nel fare e con oggetti di scena insoliti. Che il teatro è il luogo per eccellenza dove stabilire relazioni interessanti: con il buio e la luce, la musica e il silenzio, il proprio corpo e i compagni di viaggio ma soprattutto al teatro ci rapportiamo dal vivo con le persone del pubblico perché loro danzano con noi e influenzano il lavoro che si porta avanti li per li. Per me vale l’esplorazione di questa relazione e non c’è una divisione una quarta parete come si dice al teatro che ci separa. Sono interessata a quanto ci accomuna e il pubblico è chiamato a partecipare con gentilezza in certi momenti dello spettacolo.
Che cosa vuole donare al pubblico con questo suo lavoro?
Vorrei che potessero sentire la nostra danza e sentire un richiamo a giocare e rendere il corpo libero di lucchetti! Se sentono di volere qualcosa nelle loro vite è il momento per fare questa cosa.
Progetti?
Si saremmo in varie città per i seminari pratici di danza con le Carte: Firenze, Roma, Sardegna- Iglesias, e alla nostra scuola Omphalos a Fiano Romano. E sono felice perché continueremo a giocare e a costruire danze partendo dall’immaginazione.
Desideri?
Un mondo più rispettoso di quanto sia importante l’arte nella vita sana delle persone.
Sogni?
Sogno di tornare in Colombia mio paese natale quest’estate. Sicuramente uscirà un nuovo qualcosa con questo viaggio perché lo attendo da molti anni e lo sogno pure. E’ un sogno a colori!
E poi?
Gioco al momento, la vita ti propone e io ascolto….