La vita si fa giorno per giorno

Ogni vita vera è incontro, è magia, è grazia e mistero. Negli itinerari della vita Marta Flavi si pone con la sua capacità significativa di assaporare ogni declinazione con rispetto e gentilezza. Tocca il cuore dell’altro quando narra la sua disposizione ad accogliere ogni proposta che le viene sottoposta, poiché come ben dice: “tutti abbiamo avuto un inizio”, aggiungendo che: “bisogna portare sempre rispetto alle persone che lavorano e impiegano il loro tempo”. La sua vita è una cifra assoluta di successo e nutrimento, dove la partenza, il percorso e l’arrivo rendono bene l’idea della capacità artistica e della profondità d’animo. Il viaggio avvincente della sua esistenza l’ha condotta a fare scoperte e incontri, a gestire imprevisti pianificando la soluzione, a scoprire nuovi lidi arricchendo quelli passati. È una donna delicata e gentile, forte e determinata, sicura e intensa. In fondo, “la chiave per una vita meravigliosa è non smettere mai di vagare nella meraviglia” (Suzy Kassem) e Marta è una donna meravigliosa che sa meravigliare.

 

Cara Marta, grazie per questa intervista … la tua gentilezza e la tua immediata disponibilità mi hanno commossa?

Rispondo sempre alle persone che mi contattano, anche se poi decido di non fare quello che mi propongono. È importante rispettare una persona che lavora, che dà attenzione a un altro e ti offre il suo tempo. Il minimo è ascoltarla ed essere disponibile, a prescindere da cosa poi decidi di fare.

Non è sempre così però?

In giro ci sono infinite persone che si sentono degli Dei.

C’è anche qualche eccezione?

Ti racconto una cosa. Una volta ho incontrato Vittorio Gassman. Mi venne incontro e mi disse: “piacere io sono Vittorio Gassman”. Ricordo che gli dissi: “lei non ha bisogno di presentazioni”. Lui mi rispose: “lei non è obbligata a sapere chi sono, non è detto che abbia visto i miei film o le cose che faccio”.

Un grande insegnamento?

Lui era Vittorio Gassman! Oggi accade che l’ultima delle comparse fa finta di essere un Michael Jackson o Tina Turner, purtroppo non lo sono.

C’è tanta presunzione?

Questo è sempre accaduto, fa parte della miseria umana. C’è gente poco educata, soprattutto non ricorda gli inizi.

Parlando di inizi, la tua carriera come nasce?

Come da romanzo, tutto è nato per caso accompagnando una mia amica a fare un provino. Cercavano una ragazza bruna con gli occhi azzurri, sono capitata al casting. Il proprietario era Rusconi l’editore di Gente. A un certo punto arriva un signore che mi chiede: “vuole fare il provino?”. Rimasi sorpresa, erano tutte alte due metri, tutte modelle, io sono alta un metro e sessant’uno, allora non c’erano i tacchi come oggi. Ho fatto il provino, mi hanno presa.

Un bell’inizio?

Credo che nella vita molte cose capitano casualmente.

Esiste il caso che cambia le declinazioni della vita?

La cosa importante è capire quando è il momento giusto di salire sul treno che sta passando.

Cogli l’attimo?

Se passa qualcosa è bene porci attenzione. Adoro Sliding Doors, dove il tema del destino è trattato magistralmente. La mia vita è molto Sliding Doors.

Da lì si è schiusa una carriera incredibile?

Ho iniziato con un programma televisivo per bambini: L’ora dei ragazzi. In quel programma ho lanciato tutti i cartoni animati più popolari. Poi mi ha chiamato la Rai, mi proposero di fare un programma per bambini.

Come ti sentisti?

Come se mi avessero chiamata a Hollywood!

Cosa hai fatto?

Ho accettato, sono rimasta due anni in Rai. Da li arriva Linea Verde e molti altri programmi, dopodiché sono andata a Canale5, dove ho avuto veramente successo.

Che cosa hai fatto?

Ho fatto dieci anni di Agenzia Matrimoniale.

Quante persone hai fatto innamorare?

Innamorare non lo so, sposare 1800 coppie!

Un numero da capogiro, ci sei ancora legata a queste coppie?

No!

 

Ci racconti un aneddoto?

Abito in centro a Roma, una volta a Piazza di Spagna passa un signore che mi riconosce e mi chiama: “Marta”. Lui mi dice: “ti ricordi di me?”. “No, non mi ricordo”. Lui: “Io mi sono sposato con agenzia matrimoniale, aspetta ti chiamo Gaia (la moglie)”. Arriva Gaia e poi mi fa: “scusa, adesso ti presento Marta”. Era la loro figlia, le avevano dato il mio nome. Mi sono venute le lacrime.

Esiste ancora l’amore travolgente che fa perdere l’orientamento?

Certo che si! L’animo umano è un animo sensibile agli stimoli sia emotivi sia fisici. Abbiamo bisogno di appoggiarci a una persona che ti sei immaginata, è un meccanismo molto complesso. Ci sono degli amori passionali straordinari e anche rincoglionenti!

Tu hai studiato psicologia, ti ha aiutato nel tuo lavoro?

Si, mi ha aiutato molto a fare le domande. Pensa ho intervistato più di 20.000 persone. Nelle interviste inquadravo la persona in base alla sua storia e dopo mi bastava una sola domanda per costruire tutto il tessuto dell’intervista. Non conoscevo mai prima i miei intervistati, era tutto in diretta.

Perché?

Altrimenti una volta davanti alle telecamere sarebbero stati convinti di avermi raccontato tutto. Chi non fa questo lavoro confonde quello che dice prima con quello che dice davanti alle telecamere.

Non hai mai pensato di fare la psicologa?

Veramente no! La mia vita è andata da un’altra parte.

Nella nostra epoca dove le chat, i social, i siti di incontro sono parte attiva nella vita, secondo te è cambiato il modo di incontrare l’altro?

È cambiato perché filtrato da un mezzo. Dietro allo schermo può esserci una persona totalmente diversa da quella che l’interlocutore può immaginare. Per contro posso dirti che ci sono anche molte persone che incontrano, attraverso questo mezzo, la possibilità di trovare l’anima gemella. Da un mezzo freddo e distaccato nasce qualcosa d’importante, sembra assurdo ma può accadere.

A te piace?

No, abbiamo bisogno di sguardi, di incontri, di sensazioni, di odori. Il web non credo garantisca questo. Uso la tecnologia seppur non mi piace, ma non possiamo farne a meno. Preferisco fare una telefonata piuttosto che lasciare un messaggio su WhatsApp. La maggior parte di noi risponde a un WhatsApp con un altro WhatsApp. Così si appiattisce qualsiasi tipo di incontro, anche amichevole. Preferisco prendermi un caffè con un’amica anche solo per cinque minuti che non fare venti messaggini su WhatsApp. Alle persone cui tengo io faccio sempre una telefonata o le incontro.

È più importante amare o amarsi?

Lo chiedi a una persona come me che è profondamente innamorata di sé stessa. Amarsi lo trovo fantastico! Non mi annoio mai con me stessa, sono favolosa e mi adoro.

Ma che bello?!

Io sono sempre stata così, abituata così e cresciuta in questa maniera, quindi, per me è facile amarsi rispetto ad altre persone che hanno avuto un percorso e un vissuto diverso.

Ovvero?

Ci sono tante persone che si criticano, non si piacciono, si mettono in dubbio, vogliono di più, pensano di essere inadeguate, guarda che è veramente un tormento. Sono convinta che per amare devi amare molto te stessa, solo così sei in grado di amare un altro. Se ti giudichi negativamente non sei in grado di amare nessun altro perché ti attacchi morbosamente all’altro pensando che se ti lascia non c’è nessun altro. Questo non è amore, è bisogno. C’è una grande differenza. Diciamo che per amare un altro devi avere il piacere di amare te stessa.

Oltre che di te, di chi sei innamorata?

Ho avuto tre amori nella mia vita: uno un amore intellettuale, uno romantico e l’altro passionale.

 

Dovresti trovare un uomo con queste tre caratteristiche?

Non esistono.

Una coppia longeva come fa ad andare d’accordo?

Ah, non lo so. Ieri una mia amica, una donna bellissima, lei si è innamorata del suo compagno di banco, sono insieme da 36 anni. sono ancora innamoratissimi, li vedi mano nella mano, fanno tutto insieme. Lei mi dice: “lo adoro, lo amo come il primo giorno”.

Ci sono situazioni che ti imbarazzano?

Si, la volgarità. Non la sopporto come la tracotanza.

Quando ti senti davvero a tuo agio?

Mi sento sempre a mio agio, amo la gente, mi trovo bene in compagnia, ho molti amici.

La cosa che più ami fare? 

Qui dobbiamo fare un salto temporale e andare prima della pandemia. Pensa, ho rinunciato a un programma televisivo perché stava cominciando il Covid, avevo paura e me ne sono andata. Non pensavo all’epoca fosse durato così tanto, mi ero fatta un programma di viaggi. Prima di fare questo lavoro ho viaggiato tantissimo, pensa mio padre mi ha portato a caccia in Malesia. Mi sono sempre divertita tanto. Allora pensavo di poter fare la stessa cosa, volevo andare a trovare i miei amici sparsi in tanti luoghi nel mondo. Con questa situazione io non vado nemmeno a Firenze, ho paura del contagio.

Quello che non avresti mai voluto fare nella vita?

Nulla. Sono una persona che sin dalla nascita è stata viziata, oltre che dagli altri anche da sé stessa. Sono capace di mandare tutto all’aria pur di stare bene. Non ho mai fatto nulla che non mi piacesse fare. Sono una persona molto anomala.

Cosa ti ha insegnato la pandemia? 

Mi ha messo a contatto con problemi profondi. Ho perso 4 cari amici, prima del vaccino. La pandemia mi ha messo a contatto con la morte, l’imprevedibilità, non puoi cambiare nulla. Sono cresciuta con l’insegnamento: “se vuoi qualcosa ce l’hai”, con la pandemia ho capito che non è così. Mi ha angosciata l’impossibilità dei medici di dare risposte, non le avevano. Mi ha fatto sentire precaria tanto da far riemergere in me molte paure che pensavo di aver superato.

Cosa farai da grande

Mi piacerebbe fare una fiction e poi riprendere a viaggiare.

Vuoi aggiungere qualcosa?

Evviva Barbara, una che sa fare le domande e soprattutto ascolta le risposte. Scrivilo …

Psicologa, Psicoterapeuta, Criminologa, Giornalista, Blogger, Influencer, Opinionista televisiva.

Autrice di numerosi saggi e articoli scientifici.

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