Salve, miei deliziosi germogli di sottaceto!
Bentornati nel barattolo più frizzante del web, il blog di Pippa Pickle! Spero che oggi siate tutti belli saporiti e non troppo annacquati dalle insipide vicende della vita quotidiana. Preparatevi a un’immersione totale nella salamoia della saggezza piccante!
Ho agitato per bene il barattolo delle idee e sono pronta a servirvi un articolo che vi farà gorgogliare di gioia. Sarà più rinfrescante di un morso a un cetriolino appena marinato e più stimolante di una gara di lancio tappi!
Quindi, cari pickle-dipendenti, sistematevi comodamente nel vostro angolo preferito della dispensa. Afferrate il vostro stuzzicadenti fortunato e… che l’aceto sia con voi!
Pronti a farvi marinare nelle mie parole? 3… 2… 1… Si conserva!
Se state leggendo questo, significa che avete trovato la mia rubrica. Congratulazioni! Siete ufficialmente entrati nel mio mondo caotico, pieno di disavventure amorose, amici pazzi e una quantità imbarazzante di gin tonic.
Benvenuti alla mia rubrica settimanale: “Pippa Brown: Vita, amore e altri disastri”: Episodio 7.
Cari lettori, questa settimana ho deciso di fare un altro tentativo con le app di incontri. Sì, lo so, dopo il disastro della “Lumaca-gate” (vedi Episodi precedenti) avevo giurato di non toccare più queste diavolerie tecnologiche. Ma cosa posso dire? Sono una giornalista, la curiosità è nel mio DNA. E forse, solo forse, una piccola parte di me spera ancora di trovare il principe azzurro. O almeno uno che non allevi lumache come animali domestici.
Tutto è iniziato lunedì sera al pub di Rachel. Stavo raccontando ai miei amici della mia ultima intervista disastrosa (nota a me stessa: mai più interviste a presunti cacciatori di fantasmi in cimiteri alle 3 del mattino), quando Gavin, ha avuto un’idea “geniale”.
“Pip!” ha esclamato, quasi facendomi cadere il gin tonic. “E se creassimo un profilo misterioso per te? Sai, come in quei film dove la protagonista si finge qualcun altro e poi… boom! Colpo di scena!”
Ho alzato un sopracciglio (o almeno ci ho provato, sono ancora in fase di apprendimento). “Gavin, tesoro, l’ultima volta che ho seguito un tuo consiglio, mi sono ritrovata vestita da suora a un rave party.”
Kate, è intervenuta con la sua solita pragmaticità: “Beh, tecnicamente non sarebbe un’identità falsa. Solo… una versione leggermente abbellita di te stessa.”
“Sì!” ha aggiunto entusiasta Rachel. “Potremmo chiamarti… Penelope Pickles! Giornalista investigativa, esperta di vini e cavallerizza provetta!”
Ho quasi sputato il mio drink. “Rachel, l’ultima volta che sono salita su un cavallo, sono finita in un campo di ortiche. E la mia conoscenza dei vini si limita a ‘rosso’ e ‘bianco’.”
Ma come al solito, i miei amici erano inarrestabili. Prima che potessi rendermene conto, avevamo creato un profilo per “Penelope Pickles” su tre diverse app di incontri.
La bio recitava: “Giornalista intrepida con un debole per i misteri, i buoni vini e le passeggiate al chiaro di luna. Cercasi complice per avventure romantiche e indagini sul paranormale.”
Vivian, la nostra amica aristocratica, ha insistito per aggiungere: “Abile ballerina di tango e collezionista di arte moderna.” Perché, a quanto pare, ogni buon profilo ha bisogno di un tocco di classe.
Con mia grande sorpresa (e un po’ di terrore), “Penelope” ha iniziato a ricevere like e messaggi quasi immediatamente.
C’era il tipo che voleva sapere se avessi mai intervistato degli alieni (no, ma ho intervistato un tizio che credeva di essere stato rapito da Elvis, conta?). Poi c’era l’appassionato di vini che mi ha invitato a una degustazione (ho dovuto googlare freneticamente “come fingere di capire di vini” prima di rispondere). E non dimentichiamoci del ballerino di tango che voleva incontrarmi in milonga (ho dovuto chiedere a Gavin cosa fosse una milonga, per poi scoprire con orrore che si trattava di un evento di ballo).
Per tre giorni, ho vissuto la vita di “Penelope”. Ho chattato di misteri irrisolti (grazie, Wikipedia), ho finto di conoscere la differenza tra un Pinot e un Merlot (sono entrambi rossi, giusto?), e ho persino accettato un appuntamento per una “passeggiata paranormale” nel cimitero locale.
Ma poi, giovedì sera, è successo il disastro. Stavo per incontrare il mio appuntamento “paranormale” quando, nel panico, ho fatto l’unica cosa logica: ho cancellato tutti i profili di Penelope.
Sì, avete letto bene. In un momento di puro terrore esistenziale, ho eliminato completamente la mia alter ego digitale.
Il povero cacciatore di fantasmi mi ha aspettato per due ore nel cimitero. (Lo so perché l’ho spiato da dietro una lapide, nascosta sotto un impermeabile e occhiali da sole. Di notte. Non il mio momento più fiero.)
Morale della storia? Essere qualcun altro, anche online, è estenuante. E decisamente non fa per me.
Quindi eccomi qui, di nuovo Pippa, con tutti i miei difetti, le mie gaffe e la mia incapacità di distinguere un Chardonnay da un succo di mela.
Ma sapete una cosa? Va bene così. Perché la vera Pippa può non essere una ballerina di tango o un’esperta di vini, ma sa raccontare una buona storia, sa ridere di se stessa e ha degli amici meravigliosi che la amano proprio per quello che è: un disastro adorabile.
E chi lo sa? Forse là fuori c’è qualcuno che sta cercando proprio una giornalista goffa con una passione per il gin tonic e una tendenza a inciampare sui propri piedi. Se esisti, misterioso principe dei maldestri, ti sto aspettando!
Nel frattempo, continuerò a condividere le mie avventure (e disavventure) qui sulla rubrica. Perché se non posso avere una vita amorosa di successo, almeno posso farvi ridere con i miei tentativi.
Alla prossima, cari lettori. E ricordate: nella vita, come nel dating online, a volte è meglio essere se stessi. Anche se “se stessi” significa essere un completo disastro.
Con affetto (e un gin tonic in mano), La vostra Pippa
P.S. Se siete un cacciatore di fantasmi e stavate aspettando una certa Penelope nel cimitero giovedì scorso, mi dispiace tanto. Ti offro una pinta al pub di Rachel come risarcimento. Ma per favore, lascia a casa l’attrezzatura per rilevare gli ectoplasmi. Grazie.