Il sogno è realizzare i sogni

Carlo e Arturo, sono alla ricerca dello spunto perfetto per sfornare un nuovo capolavoro: sappiamo quanto possa essere difficile! Il loro agente Maurizio li incalza di continuo a scrivere una nuova sit-com di successo ma le idee proprio non arrivano. Così, spronati dall’ignobile vino di Arturo, si trovano in un incredibile scambio di coppia che sorprendentemente coinvolge loro stessi e le proprie mogli. Cosa inventarsi, dunque? Non c’è miglior storia delle farsesche disavventure capitate a entrambi, d’altronde la realtà supera sempre di gran lunga l’immaginazione…o forse no?​”, recita così il comunicato stampa di un lavoro teatrale “Situation Comedy” in scena al Teatro Marconi per Roma Comic Off 2022. La regia è di Prisca d’Andrea, una giovane talentuosa che ha le idee molto chiare e soprattutto un viatico ben programmato e tracciato. Prisca ci fa entrare dentro all’esperienza della sua prima regia con la magia di chi ha nelle vene questo mestiere fatto non solo di riflettori ma anche di tanta, tantissima fatica. La narrazione che ci regala della sua vita da regista ci conduce all’interno di un mondo che avvolge ed appassiona. Come potrebbe essere diversamente? E poi c’è il messaggio che la commedia vuole mandare allo spettatore: un messaggio che stimola pensieri e riflessioni. La vita si sa è un navigare a vista all’interno dell’infinito mare delle incertezze, del possibile, dell’esserci nonostante tutto, ma la vita è anche passione, emozione, possibilità e incontro.

  

Un diploma nel 2021, in piena pandemia, all’Istituto Teatrale Europeo di Roma e adesso la prima regia, come sta vivendo questo momento?

In modo molto intenso, come molti della mia generazione porto avanti più lavori contemporaneamente, il tempo è lo stesso per tutti e gli obiettivi che ho sono tanti; ho sicuramente riscoperto il significato di avere una giornata piena. Allo stesso tempo sono molto soddisfatta e questo credo stia giocando un ruolo determinante per avere l’energia di fare tutto!

Com’è lavorare con la Compagnia dell’Estintore?

Ho avuto la fortuna di conoscerli già durante la mia formazione, al tempo anche loro erano allievi attori e partecipavano alle lezioni per dare a noi allievi registi l’opportunità di imparare a dirigere gli attori con metodo. Si può dire che siamo cresciuti insieme professionalmente, dunque lavorare con loro ha tutti i pro e i contro del lavorare con amici a cui vuoi bene: c’è una grande empatia che facilita la creazione scenica e allo stesso tempo ci sono dinamiche interne che possono essere d’intralcio al lavoro. Per fortuna la professionalità di tutti ha permesso di lavorare rapidamente e senza intoppi.

Anche lei come Carlo e Arturo è alla ricerca dello spunto perfetto per sfornare un capolavoro?

Chi non lo è? In questo mondo performante siamo costantemente alla ricerca di un capolavoro da attribuire a noi stessi. Io mi auguro di avere una lunga serie di spunti stimolanti, che possano ampliare nel tempo il mio punto di vista. Non mi auguro solo di sfornare più di un capolavoro, proprio di crescerci dentro. Il vero capolavoro è una vita degna di essere vissuta, il teatro è uno dei mezzi che ho scelto per realizzarla.

Quanto è stato difficile mettere in scena uno spettacolo teatrale?

Mettere in scena uno spettacolo a teatro ha sempre le sue complessità, in particolare con questo testo mi sono trovata a dirigere un’intera commedia brillante per la prima volta e ammetto di essermi intimorita all’inizio… non c’era traccia delle consuete turbolenze d’animo, dei drammi, dei patemi d’animo a cui ero tranquillamente abituata. Cimentarmi nella creazione di gag comiche è stato stimolante. La difficoltà più grande è stata mettere su tutto negli ultimi due mesi estivi, il lavoro è partito alla fine di luglio per cui è stata una bella sfida!

La sua formazione quanto è stata utile?

Determinante. Sapevo esattamente cosa aspettarmi ed è stato decisivo per le tempistiche, poi ho trovato utile soprattutto il fatto di aver passato una consistente parte della mia formazione a lavorare all’impronta: succedeva spessissimo di ricevere una scena su cui bisognava tirar fuori un’idea registica nel giro di pochi minuti, perfezionarla in un paio di giri di lettura e confezionarla montata dopo circa mezz’ora di lavoro con gli attori. È stato un training decisivo per il montaggio di questo spettacolo. L’idea del copione è divertente, le parole del testo di per sé non molto, per cui quasi tutta la parte comica è stata co-creata nel qui ed ora delle prove insieme agli attori.

Perché ha scelto di fare regia?

Il teatro mi è capitato, non l’ho deciso. L’ho amato subito. Il mio primo approccio è stato con la recitazione, la regia invece è stata una grande scoperta graduale. Scegliere come raccontare una storia mi dà più soddisfazione che interpretarla. Quando lo scoprii ero una giovane attrice al primo anno della scuola di Teatro di Claudio Boccaccini, assistere alle sue regie fu d’ispirazione per me al punto che al secondo anno decisi di sperimentare quanto profondamente quel “tutto succede per caso, ma non a caso” che ho sempre adorato vedere sulla scena dipendessero dalla volontà di un’unica maestranza, e mi sono sentita al posto giusto: potevo esprimermi meglio di quanto non stessi già facendo interpretando ruoli diversi. Avere l’occasione di coinvolgere raccontando il mio personale punto di vista lo ritengo una grande fortuna.

Chi sono gli attori di questa commedia?

Kevin Di Sole, Carmine Cacciola, Michelle Rizzo, Fabrizia Sorrentino, Francesca Demarchi, che sono alcuni dei membri della compagnia dell’estintore, tutti diplomati all’Accademia del Teatro e del Cinema CTC. Per quest’occasione si è eccezionalmente unito a noi anche Umberto Bianchi: attore, mimo, regista, pedagogista e formatore teatrale, nonché mio docente di Regia all’Istituto Teatrale Europeo.

Perché ispirarsi alle sit-com americane?

La sit-com è originariamente nata per la Radio, solo successivamente si è rivelata un format apprezzabile in televisione in cui effettivamente riscuote un gran successo; la sua caratterizzazione tipica è abbastanza semplice: una sola unità di luogo in cui si intersecano storie di personaggi più o meno ordinari… La vera domanda è perché no? Vale la pena provare!

Quando è stato scritto il testo teatrale?

Verso la fine degli anni 80’. Difatti nonostante l’argomento principale sia attualissimo, il linguaggio dei personaggi è stato una delle prime cose che ho dovuto adattare del testo in quanto sono presenti riferimenti con sfumature sessiste e razziste assolutamente immotivati ai fini della sceneggiatura e riconducibili unicamente al contesto del tempo.

Che cosa l’ha catturata di questa sceneggiatura?

La sua semplicità, la sua possibilità di giocare con lo spettatore conducendolo in accadimenti possibili, oscurandone il tratto di finzione. Ho sempre apprezzato le sceneggiature che celassero un inganno all’interno della trama, da spettatrice ne esco spesso divertita.

Quale messaggio il lavoro vuole mandare al pubblico?

Se avete costruito castelli in aria il vostro lavoro non sarà sprecato: è quello il posto dove devono stare! Adesso, sotto, metteteci le fondamenta!”. Trovo che questa citazione di Henry David Thoreau spieghi fermamente il senso di questo lavoro. I personaggi sono sceneggiatori, costruiscono mondi con la sola immaginazione, l’aspetto difficile, come nella vita…è realizzarli! È un grande incoraggiamento a fare, crederci e divertirsi a realizzare ciò che ci rende vivi.

Andrete in tour?

Ancora non è previsto, ma speriamo di poterlo organizzare, intanto siamo curiosi di sapere come risponde il pubblico al debutto!

Progetti?

Attualmente sono in cantiere altri due spettacoli teatrali per la prossima stagione, forse saranno tre … chissà! Per scaramanzia non ne parlo, anche perché ora sono molto focalizzata su questo esordio!

Sogni nel cassetto ne abbiamo?

Molti spettacoli da tirare fuori dal cassetto, il sogno è realizzarli!

E sassolini nella scarpa?

Non ne ho, preferisco dimenticare che portare rancore.

Vuole aggiungere qualcosa?

Un grandissimo grazie! A te per l’intervista, al comic off per l’opportunità, al teatro per la location e l’assistenza, agli attori per l’anima ed anche a me, perché no, per aver accettato la sfida! Alla prossima!

 

 

 

 

 

Psicologa, Psicoterapeuta, Criminologa, Giornalista, Blogger, Influencer, Opinionista televisiva.

Autrice di numerosi saggi e articoli scientifici.

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