Il notaio e la voluntary disclosure: ruolo nella regolarizzazione dei capitali all’estero

La rubrica è realizzata in collaborazione con lo studio notarile Roberto Baldassarri con sede a Grosseto

Il ruolo del notaio nella voluntary disclosure rappresenta un aspetto cruciale e delicato della professione notarile contemporanea. Questa procedura, introdotta per permettere ai contribuenti di regolarizzare capitali detenuti illegalmente all’estero, ha posto i notai di fronte a nuove sfide professionali ed etiche.

Da un lato, il notaio si trova nella posizione privilegiata di poter offrire una consulenza qualificata e imparziale in un processo complesso e potenzialmente rischioso. La sua competenza in materia legale e fiscale, unita alla sua funzione di pubblico ufficiale, lo rende un punto di riferimento affidabile per chi decide di intraprendere il percorso della voluntary disclosure. Il notaio può guidare il cliente attraverso le intricate procedure, assicurando che ogni passo sia compiuto nel rispetto della legge e tutelando al contempo gli interessi del contribuente.

D’altra parte, questa attività pone il notaio di fronte a delicate questioni etiche. Come conciliare il dovere di riservatezza professionale con gli obblighi di segnalazione previsti dalla normativa antiriciclaggio? Come gestire situazioni in cui emergono informazioni su attività potenzialmente illegali? Questi dilemmi richiedono un equilibrio sottile e una profonda consapevolezza delle responsabilità professionali.

Un aspetto interessante del ruolo del notaio nella voluntary disclosure è il suo contributo alla “emersione legale” di patrimoni precedentemente occultati. In questo senso, il notaio agisce come un ponte tra l’economia sommersa e quella regolare, facilitando un processo di “purificazione” dei capitali che, se gestito correttamente, può avere effetti positivi sull’economia nel suo complesso.

Tuttavia, non possiamo ignorare le critiche mosse a questo ruolo del notaio. Alcuni sostengono che la partecipazione dei notai a queste procedure possa in qualche modo “legittimare” comportamenti fiscali precedentemente scorretti. È un dibattito aperto che tocca questioni fondamentali sull’etica professionale e sul ruolo del notaio nella società.

La voluntary disclosure ha anche spinto i notai a sviluppare nuove competenze, in particolare nel campo del diritto internazionale e della fiscalità transfrontaliera. Questa evoluzione professionale è sintomatica di come la globalizzazione stia influenzando anche professioni tradizionalmente legate al contesto nazionale.

In conclusione, il ruolo del notaio nella voluntary disclosure è emblematico delle sfide che la professione notarile sta affrontando nel XXI secolo. Da un lato, riafferma l’importanza del notaio come garante della legalità e figura di fiducia in processi complessi. Dall’altro, pone nuove domande su come la professione debba evolversi per rispondere alle esigenze di un mondo sempre più interconnesso e complesso dal punto di vista finanziario e legale.

Questo ruolo richiede ai notai non solo competenze tecniche aggiornate, ma anche una solida base etica e una profonda comprensione delle implicazioni sociali del loro lavoro. La sfida per il futuro sarà quella di continuare a fornire un servizio di alta qualità e integrità, mantenendo al contempo la fiducia del pubblico e dello Stato in un contesto in rapida evoluzione.

Psicologa, Psicoterapeuta, Criminologa, Giornalista, Blogger, Influencer, Opinionista televisiva.

Autrice di numerosi saggi e articoli scientifici.

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