Vivere a Pluckley significa convivere con due tipi di presenze costanti: i fantasmi e la solitudine sentimentale. A volte è difficile distinguere tra i due. Entrambi si manifestano all’improvviso, lasciano freddo il letto e, nella maggior parte dei casi, non rispondono ai messaggi.
Ma chi avrebbe mai detto che, nella disperazione del mio percorso amoroso, sarei arrivata al punto di considerare… appuntamenti paranormali?
Tutto è iniziato una sera di luna piena (sì, lo so che sembra l’inizio di un romanzo gotico, ma purtroppo è vero). Ero al pub, reduce dall’ennesimo disastro su un’app di incontri (lui si presentava come “anima ribelle con voglia di rinascita”, ma aveva l’aria di un agente immobiliare in crisi mistica). Stavo per affogare le mie pene nel gin tonic, quando Rachel – con il suo solito sorriso sornione – mi ha detto: “Pippa, forse è il momento di espandere i tuoi orizzonti… nell’aldilà”.
Ho alzato un sopracciglio, poi l’altro. “Stai dicendo che dovrei iniziare a frequentare… fantasmi?!”.
“Tesoro,” ha risposto lei, versandomi un altro gin, “almeno quelli non ti ghostano. Sono già fantasmi.”
E da lì, come spesso accade quando sei circondata da amici folli e gin in abbondanza, è nata l’idea del Ghost Dating: una rubrica improvvisata tra di noi per immaginare appuntamenti con gli spiriti locali. Non so se sia stato l’alcol o la disperazione, ma è stato esilarante.
Primo candidato: il fantasma del Cavaliere Nero, che si dice vaghi ancora nelle campagne con il suo mantello svolazzante. Gavin ha subito detto: “Misterioso, tenebroso, con un gran senso dell’outfit. Finalmente un uomo che non teme il total black!”. Io ho replicato: “Ottimo, ma spero almeno che paghi la cena con monete del XVI secolo”.
Poi c’è la Dama Bianca, ma pare sia ancora troppo presa dal suo ex deceduto per aprirsi a nuove relazioni. Tipica situazione da non è ancora pronto a lasciarsi alle spalle il passato. La capisco perfettamente.
C’è anche il monaco senza volto – perfetto per chi è stufa degli uomini che parlano solo di sé stessi. Lui, almeno, è silenzioso. Peccato solo che non abbia un volto con cui sorridere… né labbra per il bacio della buonanotte.
Kate, pragmaticamente, ha suggerito che almeno con i fantasmi non devi fare lo sforzo di truccarti o depilarti. “E poi,” ha aggiunto, “nessuno ti giudica se parli da sola. Potresti sempre dire che stai flirttando con lo spirito del conte Edgar.”
Il bello del Ghost Dating è che almeno lì, nei nostri racconti alcolici, l’amore è ancora possibile. È un po’ etereo, certo. Meno passionale e più… trasparente. Ma almeno non ti lascia messaggi vocali imbarazzanti o ti propone gite al centro commerciale.
E a pensarci bene, forse non sarebbe così male: un fidanzato fantasma non lascia calzini in giro, non occupa il bagno, non fa rumore di notte (tranne qualche catena trascinata, ma ci si abitua). E soprattutto, non ti interrompe quando parli. Un sogno.
Quindi sì, forse non troverò l’amore su un’app. Ma se un giorno sentirete che Pippa Pickle ha trovato il suo spirito affine… beh, magari è proprio vero. E magari, a cena, invece di parlare del tempo, discuteremo di possessioni e vite passate. Romanticismo 2.0 (o sarebbe 1800?).