Ci sono emozioni che non urlano. Restano lì, sottopelle. Silenziose, ma presenti. Emozioni che non abbiamo mai avuto il coraggio di ascoltare, che abbiamo seppellito sotto doveri, sorrisi forzati, frasi di circostanza. Eppure, sono proprio quelle emozioni represse a parlare nel nostro corpo, nel nostro malessere, nei nostri blocchi.
Il diario emotivo è uno strumento di ascolto profondo. Una porta aperta sul mondo interiore. Scrivere ciò che proviamo – senza filtri, senza censure, senza giudizio – è un atto di verità. È come sedersi davanti alla propria anima e dirle: “Ti vedo. Ti sento. Ti accolgo”.
Questo percorso necessita delicatezza e intensità. Perché scrivere non è solo raccontare. È liberare. È riconoscere ciò che abbiamo provato e non abbiamo detto. È dare voce alle lacrime trattenute, alla rabbia silenziosa, alla paura nascosta.
Questo esercizio guidato è un invito a fermarsi. A respirare. A prendere un foglio e cominciare con una semplice frase: “Oggi sento che…”. E lasciare fluire. Lasciare che l’inchiostro diventi specchio dell’anima. Non serve essere scrittori. Serve solo essere veri.
Perché ogni parola scritta è un nodo che si scioglie, un peso che si alleggerisce, un pezzo di te che torna a casa. Scrivere è cura, è medicina, è rinascita.
E se oggi ti senti piena di emozioni che non riesci a nominare, prendi quel diario. Fallo per te. Perché ogni emozione che non ascolti, diventa silenzio dentro di te. E tu meriti di essere ascoltata, anche da te stessa. Soprattutto da te stessa.
