Cinque spari nella notte – La tragedia di San Gregorio e la morte di Carlo La Verde

Era una festa. Una di quelle serate rumorose e leggere in cui la giovinezza si accende tra musica e brindisi, tra fotografie e balli improvvisati. Invece, è diventata una tragedia. Un incubo familiare consumato sotto le luci tremolanti di Villa Heaven, a San Gregorio di Catania.

Carlo La Verde, 23 anni, è morto per un colpo di pistola. Partito dalle mani di suo padre. Un gesto che ha squarciato non solo il corpo del ragazzo, ma anche l’intera trama di una famiglia. E con essa, una comunità intera.

Una notte, una festa, una pistola

Villa Heaven, location privata per eventi, era stata allestita per festeggiare un diciottesimo compleanno. All’interno, decine di giovani, musica ad alto volume, balli e confusione. Ma qualcosa è andato storto. Una lite. Un’escalation di parole forti, forse urla, forse spinte. Il gestore della villa, Natale La Verde, 62 anni, padre di Carlo e imprenditore edile, si sarebbe infastidito per il frastuono.

Avrebbe tentato di calmare gli animi, ma poi – secondo le ricostruzioni dei carabinieri – ha fatto qualcosa di più. Ha preso una pistola. E ha sparato.

Due colpi in aria. Uno a terra. Un quarto, alla caviglia di un trentunenne che cercava di fermarlo. Poi, il quinto colpo. L’ultimo. Fatale. Ha centrato Carlo, che si stava avvicinando proprio per difendere il padre, nella speranza di disarmarlo, di riportarlo alla ragione.

Il giovane si è accasciato. Il sangue ha macchiato quel che restava della festa. I tentativi di rianimarlo da parte del 118 sono stati inutili. È morto lì, davanti agli occhi della fidanzata, degli amici, e di quel padre che – in un attimo – ha distrutto tutto.

Una tragedia familiare, una crisi emotiva

Dopo aver sparato, Natale La Verde si è chiuso in una stanza con una seconda arma. Un gesto che, per la giudice, dimostra lucidità nel potenziale reiterare il gesto. È stato arrestato dai carabinieri. L’accusa è omicidio. Il pericolo, secondo la GIP, è che l’uomo possa ripetere comportamenti aggressivi.

Perché ha sparato? Perché ha reagito così? È il cuore nero di questa storia. Una linea sottile – sottilissima – separa la paura dal dominio, il bisogno di protezione dall’impulso distruttivo. Forse La Verde voleva solo spaventare, forse voleva controllare il caos. Ma il caos, armato, esplode. E non fa distinzioni.

Il simbolo più doloroso: un figlio che muore per proteggere un padre

Carlo non stava aggredendo, non stava sfidando nessuno. Stava cercando di fermare tutto. Il suo ultimo gesto è stato quello di chi si frappone tra la violenza e la rovina. Un gesto d’amore che è diventato condanna.

Il dolore è amplificato dal paradosso: è stato ucciso da chi avrebbe dovuto proteggerlo. È morto per amore, per istinto, per senso di responsabilità. La tragedia di Carlo La Verde è il volto più crudele di ciò che può succedere quando si sommano tensioni familiari, armi in circolazione e incapacità di gestire l’emotività.

Una riflessione necessaria

Oggi Carlo non c’è più. E la domanda che resta è: com’è possibile che un padre si trovi con un’arma in mano, durante una festa, pronto a usarla contro ragazzi? Non è una domanda solo giudiziaria. È sociale, educativa, culturale.

Perché la violenza non è nata dal nulla. È figlia di una mentalità che scambia l’autorità con il controllo armato. Di una cultura in cui, di fronte al disordine, si alza la voce, si impugna una pistola, si pretende di “mettere a posto le cose”. Ma a quale prezzo?

Carlo La Verde: non solo una vittima, ma un monito

Carlo era un ragazzo qualunque. Allegro, generoso, pieno di vita. Il suo nome oggi racconta una ferita che ci riguarda tutti. La sua morte non è una fatalità: è la conseguenza di scelte sbagliate, di reazioni sproporzionate, di armi che non dovrebbero trovarsi lì dove si dovrebbe solo ballare.

Questo non è solo il racconto di un omicidio. È il racconto di una linea che è stata oltrepassata. E di un padre che ha perso tutto, nel momento stesso in cui ha premuto il grilletto.

Psicologa, Psicoterapeuta, Criminologa, Giornalista, Blogger, Influencer, Opinionista televisiva.

Autrice di numerosi saggi e articoli scientifici.

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