“Barbara” dal 22 febbraio al Teatro Trastevere in Roma per la regia di Fabrizio Catarci da una drammaturgia di Angelo Orlando. Con Francesco Primavera, Enrico Franchi, Sebastiano Vinci, Fabrizio Catarci, Olena Kozinina.

Il tutto si trama in un racconto avvincente: Aldo e Pino sono due amici che dopo una cena “frugale”, con antipasti, primi, secondi, contorni, dolce, caffè, ammazza caffè e tre bottiglie di vino, decidono di raggiungere Barbara una escort mozzafiato, esperta in giochini erotici. I due, una volta a casa della ragazza, finiranno legati a letto insieme. “Barbara ritarda qualche minuto” così comunica ad Aldo e a Pino, Carmine il fedele segretario di Barbara. Ma Barbara non si presenterà. Da qui in poi, si snoderà la strampalata vicenda dei due amici, costretti, loro malgrado, a stare chiusi in “cattività” nella camera da letto di Barbara. Esposti agli umori di personaggi a volte stravaganti a volte inquietanti. Barbara è un noir comico a volte onirico con delle tinte horror. Un aspettando Godot al contrario in cui Godot è già arrivato e forse è un pazzo pericoloso.

Che cosa rappresentano Aldo e Pino?  Un’Italia borghese che, arrivata al culmine delle proprie possibilità, ha il coraggio giusto (o crede di averlo) per lanciarsi “oltre”, per agguantare qualcos’altro. Barbara, rappresenta per Pino e Aldo, la soluzione all’insoddisfazione e al grigiore delle loro vite quotidiane. La trasgressione, l’energia di ciò che è alieno e pronto a sconvolgere ogni equilibrio, è una tentazione troppo grande e purtroppo per i due amici, anche impossibile da gestire. Barbara è una commedia notturna, brillante, assurda, che riguarda le sorti sociali di un paese, che pur pensando di meritarsi di più, in realtà resta piccolo e provinciale. La domanda è una sola: qual è l’Italia che ci piace? Quella di Aldo e Pino, legata a un letto? O quella di Barbara, di un’Italia che sogniamo, che non si fa mai vedere? Bel dilemma.

Abbiamo intervistato il regista Fabrizio Catarci oltre che attore dell’opera.

E siamo arrivati a Barbara di che cosa parla la drammaturgia?

Si può riassumere in poche frasi: È la storia di due avvocati di mezza età che decidono di passare una serata un po’ trasgressiva nell’alcova di una escort, ma la piega degli eventi prenderà strade decisamente inaspettate.

Chi sono Aldo e Pino?

Sono due persone annoiate, mediocri, che hanno vissuto all’ombra dei successi di qualcun altro.

Pino lavora nello studio del padre e Aldo è stato assunto nello stesso studio grazie a Pino, e quest’ultimo esige come ringraziamento la sua amicizia. Ma più in generale sono due persone senza sogni o passioni, spaventati dalla vita.

Perché decidono di raggiungere Barbara?

Barbara rappresenta la trasgressività e per Aldo e Pino anche qualcosa che li faccia uscire dalla routine della vita. Una serata goliardica e spensierata da ricordare il giorno dopo.

C’è qualcosa che richiama la canzone di De Andre “Bocca di rosa”?

No, in realtà Bocca di Rosa e Barbara sono due personaggi che condividono solo il tipo di lavoro.

Il primo personaggio è un inno ad una portatrice d’amore circondata dall’ipocrisia, il secondo è una portatrice d’amore che non arriverà mai.

Poi con l’incontro qualcosa accade?

Senza svelare troppo….  non ci sarà mai questo incontro, ma diversi altri personaggi interagiranno con i nostri eroi, in cui sicuramente qualcosa accade.

Come fa una escort ad avere un segretario?

Questa è stata una geniale invenzione di Nicola Pistoia, che ha curato la regia di questo spettacolo precedentemente. In questa ripresa affidata alle mie cure, ho pensato di mantenere questo ruolo che non ha bisogno di essere giustificato, proprio perche alla fine dello spettacolo diventa più chiaro che la sua figura di segretario è un pretesto che nasconde molto altro.

I due amici come Hansel e Gretel rinchiusi in attesa del loro possibile futuro?

Questa domanda mi mette un po’ in difficoltà perche come detto prima non vorrei svelare troppo. Aldo e Pino sono senz’altro in attesa di qualcosa ma non necessariamente di un possibile futuro.

Perché un noir in teatro?

Perché no? Il genere noir ha sempre affascinato, il cinema ne è continuamente ispirato, il teatro molto meno, forse per la difficoltà di resa, ma questo in effetti è un noir comico, che racchiude concetti filosofici e sociali, ma anche molto divertimento ed è un piccolo specchio dei tempi.

Quanto il pubblico ama il noir?

Io credo moltissimo, tutto ciò che racchiuda un mistero, un enigma, un complotto ha da sempre una presa particolare per un enorme fetta di pubblico, non da meno il noir comico, dove si ride anche della paura, si ridicolizza la morte e trasforma uno spavento in una risata.

Perché è un Aspettando Godot al contrario in cui Godot è già arrivato e forse è un pazzo pericoloso?

Voleva essere una sorta di citazione dei trailer cinematografici, un uscita ad effetto che racchiuda in poche parole ma efficaci quello che troverà in questo spettacolo, un gioco di parole evocativo di vari mondi, quello classico teatrale Beckettiano e quello moderno dal sapore Tarantiniano.

Che cosa rappresentano Aldo e Pino?

Gaber risponderebbe con una canzone, il conformista. “io sono un uomo nuovo….è uno che di solito sta sempre dalla parte giusta…ha tutte le risposte belle chiare dentro la sua testa”

Perché la domanda è una sola qual è l’italia che ci piace? Quella di Aldo e Pino, legata ad un letto? O quella di Barbara , di un Italia che sogniamo, che non si fa mai vedere?

Qual è l’Italia che alla fine della seconda guerra mondiale si voleva creare? È quella di oggi? spero di no…la nostra democrazia ha bisogno ancora di crescere e per farlo deve uscire dall’immobilismo, slegarle i polsi dal qualunquismo e da un passato totalitarista, indirizzarla verso i valori che i padri fondatori della nostra costituzione avevano ben chiari e non consideravano utopici.

Chi sono i compagni di viaggio?

Approfitto di questa domanda per ringraziare i miei compagni di viaggio che hanno permesso la realizzazione di questo progetto: inizierei da Angelo Orlando autore del testo, Nicola Pistoia per il taglio che ha voluto dare al testo di cui è stato regista precedentemente, Alessia Sambrini che ha curato i costumi, Francesco Montanaro per la scenografia, Loredana Piedimonte per le voci fuori campo, per poi arrivare agli attori, Francesco Primavera, Sebastiano Vinci, Enrico Franchi, Olena Kozinina.

Progetti?

Sempre molti, in attesa di realizzazione, del resto il limite e la fortuna del nostro lavoro è la precarietà e la necessità di reinventarsi ogni volta, cosa che ci mantiene sempre attivi e con la disperata voglia di comunicare.

Sassolini nella scarpa ci sono?

Certo chi non li ha? Ma quello che più mi preme è riavvicinare il pubblico a questa arte, se le istituzioni ne avessero maggior cura, ne gioverebbe la società intera.

E poi dopo Aldo e Pino chi arriverà?

Brando e Tito, sempre nel filone noir comico, saranno due Killer protagonisti di una sit com prodotta da Media One.

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