Alessia Pifferi, processo d’appello al via: la difesa punta a una nuova perizia psichiatrica

Il processo d’appello per Alessia Pifferi, la donna condannata all’ergastolo in primo grado per l’omicidio della figlia Diana di 18 mesi, è pronto a iniziare. La prima udienza, inizialmente prevista per il 6 febbraio, è stata posticipata al 10 febbraio 2025. La difesa della Pifferi, guidata dall’avvocato Alessia Pontenani, si prepara a chiedere una nuova perizia psichiatrica, sostenendo che è”necessario capire cos’ha in testa” la sua assistita.

La strategia difensiva si basa sull’idea che la Pifferi non sia mentalmente stabile, nonostante una precedente perizia l’abbia dichiarata capace di intendere e di volere. L’avvocato Pontenani insiste sul fatto che una persona sana di mente non avrebbe mai lasciato morire di stenti la propria figlia per trascorrere una settimana con il compagno. Secondo la difesa, la Pifferi non avrebbe ancora compreso appieno la gravità delle sue azioni, credendo che la sua assenza non avrebbe avuto conseguenze fatali per la bambina.

Il caso ha scosso l’opinione pubblica italiana per la sua crudeltà: la piccola Diana è stata lasciata sola in casa per sei giorni, con solo dei biberon di camomilla e latte, mentre la madre era con il suo compagno. La morte della bambina è avvenuta per disidratazione, fame e abbandono. La Corte d’Assise di Milano ha condannato la Pifferi all’ergastolo in primo grado, ritenendola pienamente consapevole delle sue azioni.


Durante il processo di primo grado, è emerso che la Pifferi aveva già lasciato la figlia sola in passato, ma mai per periodi così lunghi. La difesa sostiene che questo comportamento ripetuto sia un ulteriore indizio di un disturbo mentale che necessita di essere approfondito.

La richiesta di una nuova perizia psichiatrica potrebbe cambiare le sorti del processo d’appello. Se accolta, potrebbe portare a una rivalutazione della capacità di intendere e di volere della Pifferi al momento del reato, con possibili conseguenze sulla sentenza finale.

Nel frattempo, emergono notizie sulla vita personale della Pifferi in carcere, tra cui una lettera ricevuta con una richiesta di matrimonio da uno sconosciuto, l’affetto nato con una compagna di cella.

Queste notizie hanno suscitato reazioni contrastanti nell’opinione pubblica.

Il processo d’appello si preannuncia complesso e delicato. La Corte d’Assise d’Appello dovrà valutare attentamente le nuove istanze della difesa, bilanciando la richiesta di giustizia per la piccola Diana con la necessità di garantire un giusto processo alla Pifferi. L’eventuale concessione di una nuova perizia psichiatrica potrebbe portare a sviluppi inaspettati, riaprendo il dibattito sulla responsabilità penale della donna?

Mentre l’Italia attende l’inizio di questo nuovo capitolo giudiziario, il caso di Alessia Pifferi continua a sollevare interrogativi sulla natura della mente umana e sui confini tra responsabilità penale e malattia mentale. Il processo d’appello potrebbe fornire nuove risposte o aprire ulteriori domande su uno dei casi più scioccanti della cronaca nera italiana recente.

 

Psicologa, Psicoterapeuta, Criminologa, Giornalista, Blogger, Influencer, Opinionista televisiva.

Autrice di numerosi saggi e articoli scientifici.

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