Matilde non vede

“Matilde non Vede” è un cortometraggio di genere comico e fantascientifico, che racconta la storia di una ragazza impacciata e affetta da miopia che vorrebbe fare l’attrice ma lavora nell’ottica di famiglia. Dopo essere entrata in una serie di loop temporali, con flashback di un provino disastroso e scenette esilaranti, è costretta a venire a patti con diverse cose di sé stessa per poterne uscire. Il corto tocca diverse tematiche, tra cui il conflitto generazionale e la paura di essere cresciuti senza aver raggiunto i propri sogni.

I messaggi che gli autori e il regista vogliono far passare con la storia di Matilde sono universali.
Tutti i membri della troupe sono nel pieno dei loro vent’anni, un momento della vita in cui si esplora sé stessi e si cerca di trovare il proprio futuro, dovendo affrontare diversi ostacoli per poterlo raggiungere. Sono sentimenti che la protagonista (anche lei ventenne) vive, affrontando il conflitto generazionale, con un padre che ha già vissuto diverse delusioni per il raggiungimento dei suoi sogni. Per esaudire i propri desideri bisogna prima trovare la propria identità e in questo è essenziale capire chi siamo davvero. Matilde cercherà di farlo in ogni loop, per trovare la risposta alla domanda “Sei tu Matilde?”, toccando così anche il tema dell’accettazione di sé stessi, senza mai rinunciare alla sua comica spontaneità alla Charlie Chaplin.

Ma chi è Matilde? Matilde è un’amante del cinema, per questo alcuni dei loop richiamano dei generi cinematografici dal noir fino al western. Se siete amanti della teoria dei colori vi piacerà sapere che Matilde non vede gioca su di essi, soffermandosi soprattutto sulla gamma dei gialli, un colore vivo e particolare come il personaggio di questa storia. Per fare entrare anche voi nel mood, queste sono alcune delle nostre references.

 

La Matilde nella pellicola è una ragazza di vent’anni e le lenti a contatto sono le sue uniche salvatrici dalla condanna di indossare gli occhiali, con cui proprio non si piace. Il paradosso è che si ritrova a lavorare proprio nell’ottica di suo padre, da cui sta cercando di liberarsi per inseguire il suo sogno di diventare attrice. Infatti, per la prima volta partecipa a un provino sabotato, però, proprio dalle sue fedeli lenti a contatto che le causano un’allergia e la costringono a togliersele. Gli occhiali sono solo un simbolo delle tante insicurezze e paure che la rendono così impacciata. Matilde, quindi, non riesce più a vedere (metaforicamente e non) e, solo venendo a patti con sé stessa e con il rapporto con suo padre, riuscirà di nuovo a farlo realmente.

Veniamo alla meravigliosa troupe che sta realizzando questo lavoro … Matilde Non Vede è realizzato da Ramni Six Production, una piccola produzione italiana, interamente composta da giovani esperti che hanno unito le proprie capacità per creare nuove storie originali da portare sullo schermo. Adesso vi racconto i personaggi perché è significativo conoscerne la personalità, i desideri e i sogni.

Elisa Cantonetti, la protagonista, possiamo dire che è: “La protagonista più multitasking della storia del cinema.” Elisa Cantonetti nasce a Roma nel 2000. Mostra interesse nel mondo artistico sin dall’infanzia. Durante i suoi studi in lingue presso la Sapienza, frequenta il corso di recitazione alla Bottega dell’Attore, partecipando agli spettacoli comici “Chiuso il lunedì” e “Quando si dice il caso”. Nel 2022, va in scena come co-protagonista nello spettacolo “Le ragazze della pioggia” al teatro Cometa Off. A novembre 2022 si iscrive al corso annuale di recitazione cinematografica all’Accademia Professione Artista. Si è esibita nel monologo “Tutti i giorni della mia vita” al teatro Petrolini a febbraio 2023.

Il regista: Matteo Favero, lui che: “Prova a fare il regista nonostante le lettere minatorie di Spielberg e Scorsese”. Matteo Favero, classe 1999, fin dalla giovane età coltiva la sua passione per il cinema. Negli anni frequenta laboratori e corsi teatrali, avendo sempre in testa come obiettivo la regia cinematografica. Nel 2021 co-produce il suo primo cortometraggio “Respira”, a cui poi l’anno seguente è succeduto “Focus”. Nel 2023 esce il suo primo cortometraggio prodotto interamente da lui, “Sam”, creando così un collettivo per la promozione, la creazione di cortometraggi: Hfilms Pictures. I suoi cortometraggi ricevono la selezione ufficiale presso festival, (Independent Shorts AwardsWildSound Festival,Mokko International Film Festival, Rome Prisma Film AwardsRieti&Sabina Film Festival…), vincendo numerosi premi.

Si aggiunge: Giulia Baldi, sceneggiatrice e copywriter, una sceneggiatrice “che sogna di essere Chazelle”. Giulia Baldi nasce a Roma nel 1996. Consegue la laurea triennale in DAMS, presso l’Università Roma Tre nel 2021. Frequenta laboratori universitari di Filmmaking, di Format Tv e di Arti digitali. A settembre 2020 partecipa come giuria al Prix-Italia organizzato dalla RAI. Nel 2021 viene ammessa all’Accademia Silvio D’Amico e consegue il Master in Drammaturgia e Sceneggiatura. Partecipa alla scrittura del corto “La casa di Carta”.

Non può mancare una sceneggiatrice ed aiuto regista: Dalila Lange. Lei che “Sui set vorrebbe intimorire con lo sguardo tedesco, ma riesce solo a offrire taralli”. Dalila Lange, nasce nel 1997 da madre pugliese e padre tedesco. In seguito alla laurea in lingue straniere, si diploma al Master di drammaturgia e sceneggiatura dell’Accademia Silvio D’Amico. Studia regia presso la Civica Luchino Visconti. Lavora sui set per la produzione Movie Factory, prima come assistente dei reparti produzione e regia, poi come aiuto regia. Dirige come regista il cortometraggio “Abbracceresti uno sconosciuto?”, finalista al 50&Più; partecipa alla scrittura e alla produzione del corto “La casa di Carta”.

E poi Sim Levi Tezel, sceneggiatrice e segretaria di edizione, ovvero “La turca più famosa d’Italia dopo Can Yaman”.Nata a Istanbul nel 1999, Sim Levi Tezel è una sceneggiatrice turca. Completa i suoi studi alla Rome University of Fine Arts con indirizzo Cinema nel 2021. Fa da assistente allo sceneggiatore turco Kerem Deren, collaborando alla scrittura di varie serie televisive. Lavora come segretaria di edizione in diversi lungometraggi, spot e cortometraggi, tra cui “Frequency Modulation”, “Long Covid”, “Reborn, Twice” e “New Life”. Scrive per il cortometraggio “La casa di Carta”.

Ma un film senza il direttore della fotografia che cosa sarebbe? Così c’è lui: Daniele Menin, “L’unico D.O.P. che non dorme durante le pause pranzo”. Nato nel 1997 in provincia di Verona, Daniele Menin, a 19 anni si iscrive alla facoltà di Linguaggi dei Media dove si specializza in Pubblicità. Nell’oscuro anno 2020 scopre e si appassiona alla fotografia. Collabora, nel reparto tecnico di Giffoni Innovation Hub occupandosi del montaggio. Fa parte della progettazione del corto “La casa di Carta” e lavora in qualità di direttore della fotografia. Nel 2023, lavora come operatore macchina da presa nel cortometraggio “Sam”Ora vive nel suo bagno, ormai trasformato in camera oscura.

Nel mondo dei social non può mancare una Social Media Manager: Aida Picone, lei che è la “Social media manager con la vita privata piena di meme”. Dottoranda in Comunicazione, Ricerca Sociale e Marketing, Aida Picone è nata in Sicilia nel 1995. Fonda e co-gestisce 4Muses.Blog occupandosi di social media e creando contenuti. Nel 2022 viene scelta da Giffoni Innovation Hub per lavorare insieme all’ideazione e realizzazione di strategie, prototipi e servizi per grandi aziende. Fa da social media manager nel CoRis e Radio Sapienza. Scrive articoli cinematografici, critiche e interviste in Game Surf-Tiscali e in Madmass Magazine.

Che cosa resta da aggiungere? Solo una cosa importante che questi giovani talentuosi si autofinanziano e cercano un piccolissimo aiuto con delle donazioni libere senza scopo di lucro. Come useranno queste donazioni? Saranno usate per retribuire il prezioso lavoro degli attori, per sostenere la troupe e gli attori – in termini di spese vive – nei giorni di ripresa, per il noleggio dell’attrezzatura (luci, stativi, soft box, camere, lenti), per comprare gli oggetti di scena, per affidare il nostro corto a esperti come un montatore del suono, un colorist e altre figure indispensabili e, infine, per la distribuzione quindi iscrivere il corto a vari festival. Ecco in breve vi ho raccontato una storia di sogni, amore e passioni che non può rimanere un punto sospeso nel nulla.

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