Il dito nella piaga

Ivan Santoro è Coordinatore Infermieristico presso una RSA bergamasca e Wound Care Expert (esperto di cura della ferita). Ha scritto insieme alla sua collega quattro E-book divulgativi per gli addetti ai lavori e per i caregivers (prestatori di cure: familiari). Ha un progetto interessante a favore della cittadinanza dal Lesioni TOUR ® ovvero il Wound Care 2.0. Stavolta con un ritorno alle origini: Infermieri tra i cittadini per educare sul Wound Care.

La pandemia ha segnato un momento spartiacque non solo per tutti noi ma anche per il suo lavoro, perché?

Premettendo che da Codice Deontologico l’Infermiere ha l’obbligo di formare i colleghi o i cittadini, sulle pratiche assistenziali ed avere un familiare “educato” permette di prevenire risultati infausti, il COVID19 ha letteralmente sbriciolato in primis il mio territorio (Alzano Lombardo), evidenziando la mancanza di una rete che potesse unire il domicilio-ospedale e strutture extra-ospedaliere. Per non far mancare il supporto al paziente fragile e alle loro famiglie in periodo emergenziale pandemico, io e la mia collega con semplici devices in remoto (ad esempio i cellulari), educavamo le persone che ormai erano disorientate, brancolando nel buio con il rischio di commettere errori talvolta fatali.

In quel periodo sono nati progetti importanti?

Dopo diverse call notturne con colleghi di ogni parte d’Italia, in quanto la situazione pandemica rendeva veramente difficile mantenere un ritmo sonno-veglia accettabile e dopo una survey a livello nazionale per vedere a che livello era il fabbisogno formativo e la richiesta del caregiver, sono nati diversi appuntamenti formativi gratuiti in remoto che ha permesso di aiutare più di 10.000 cittadini di diverse parti d’Italia e d’Europa. Ed abbiamo incominciato a creare le basi io e la mia collega, per una rete informativa e divulgativa attraverso il nostro sito oltre a riprendere laddove possibile gli incontri con la cittadinanza dei nostri territori.

Il sito www.ilditonellapiaga.it di che cosa tratta?

Ripartendo dalla premessa iniziale, io e la mia collega sentivamo la necessità di mettere a disposizione dei colleghi e dei caregivers la nostra esperienza e il nostro sapere. Nel 2017 abbiamo deciso di aprire a nostre spese e senza l’aiuto di alcun sponsor, il sito sopracitato, che tratta a 360° la materia del Wound Care (cura della ferita) e le tecniche assistenziali di base, con l’obiettivo di far comprendere agli utenti che ci seguono, ad oggi più di 500.000, che avere persone competenti che trattano il malato fragile con ulcere o senza ulcere è fondamentale, perché se vogliamo parlare di numeri solo nel 2018 in Italia in pazienti ultrasessantacinquenni per complicazioni da ulcere da pressione ( le cosiddette piaghe da decubito) si sono verificati 65.000 decessi e con la pandemia questo dato si è raddoppiato. Non dimenticando che continui interventi disomogenei e privi di una reale formazione basata su protocolli validati da evidenze scientifiche, oltre a portare risultati nefasti a carico del malato vanno a pesare considerevolmente sulle spese del SSN ormai ridotto all’osso.

Qual è la sua mission/vision?

Come è ben visibile sul nostro sito:” …Nel 2017 il Nord telefona al Sud e si accordano nel collaborare in un progetto comune, condividendo la stessa passione (mission and vision) per il Wound Care o cura delle lesioni. Però nel mondo della comunicazione tecnologica anche “Il Dito nella Piaga” deve essere al passo. Allora Nord e Sud, pensano una strategia per comunicare nel mondo e decidono che oltre a metterci la faccia vogliono essere sui principali social per poter essere di esempio e nel tempo diventare anche un riferimento proattivo nel mondo del Wound Care.

Che cosa vuol dire: “il Nord telefona al Sud”?

Semplicemente perché io sono residente in provincia di Bergamo e la mia collega a Bari.

Quanto è importante il mondo del Wound Care?

Saper gestire in modo professionale questa problematica visto i dati talvolta impressionanti, presenti sui canali ufficiali on-line è diventato di fondamentale importanza, tanto più con il periodo pandemico ha evidenziato in modo esponenziale un elevato turnover di operatori sanitari. Medici ed Infermieri sono stati richiamati dalle strutture pubbliche per sopperire alle esigenze organizzative degli Hub vaccinali e delle postazioni per l’esecuzione dei tamponi. Pertanto, si è sopperito a questa emorragia di forza lavoro assumendo operatori anziani, operatori in pensione retribuiti a gettone ed operatori sanitari appartenenti alla Comunità Europea e non. Quindi si rileva la presenza di una forte componente lavoro con grosse difficoltà di comunicazione in quanto non di madrelingua italiana. Il capitale umano resosi reperibile per sopperire alla carenza di forza lavoro italiana, ha portato ad un abbassamento dei livelli qualitativi dell’assistenza. La non conoscenza approfondita della lingua italiana, riconosciuta abbastanza complessa nella sfumatura dei termini, ingenera facilmente fraintendimenti che comportano interventi inidonei nei confronti degli ospiti che rientrano nella categoria dei “pazienti fragili” con le evidenti conseguenze. Ricordando inoltre che secondo le ultime normative i professionisti sanitari hanno responsabilità civili e penali, delle quali in alcuni casi vengono mestamente dimenticate. La piaga, l’ulcera, la ferita è un argomento subdolo e silente ma che è in grado di produrre morti se non si ha un approccio basato sulle evidenze scientifiche.

Dove siete presenti?

Oggi siamo presenti su FB, sui principali social, abbiamo in cantiere “Il progetto rete il dito nella piaga” che sta progressivamente crescendo con professionisti da tutta Italia. Il progetto rete è ambizioso e a tutt’oggi inedito a livello infermieristico. In questo modo daremo risalto alla nostra specializzazione in attesa di un riconoscimento ufficiale da parte delle istituzioni. L’Obiettivo è offrire sempre la miglior cura possibile ai pazienti che si rivolgono agli specialisti del Wound Care.

Chi sono i suoi compagni di viaggio?

La mia collega nonché amica è la Dott.ssa Alessandra Vernacchia, Infermiera Forense e specialista in Wound Care di Bari.

Se una persona ha necessità per la sua salute perché dovrebbe rivolgersi a voi?

Perché cerchiamo di fornire aiuto, secondo gli ultimi documenti di posizionamento, nelle svariate sfaccettature assistenziali.

Quali servizi offrite?

Non essendo un’Associazione o una ONLUS o una ODV etc etc, non forniamo servizi, ma solo supporto formativo attraverso i tanti progetti creati e tutti quelli che abbiamo ancora in fase embrionale.

Progetti?

Oltre a quelli elencati, attualmente abbiamo studiato un format snello, dal nome Educational TALK per ilditonellapiaga.it. Sono dirette streaming in remoto sul nostro canale YouTube dedicato, in collaborazione di esperti del settore, dove con 3 domande andiamo a toccare tutte le macro-aeree in ambito di cura della ferita.

Ultima domanda: La sanità dove andrà?

La pandemia di Sars-COV2 ha messo a dura prova, in primis l’Italia ed il vecchio continente ed i loro sistemi sanitari e poi a valanga come uno tsunami tutti i sistemi sanitari mondiali. I milioni di persone colpite in un breve lasso di tempo, con un carico assistenziale elevato (Terapie intensive, territorio e domicilio in corto circuito) e la potenziale trasmissione del virus ad altrettante persone, ha obbligato le varie aziende ad una riorganizzazione, perlopiù celere, delle Strutture Sanitarie per l’erogazione delle cure. La prospettiva futura è la speranza che il paziente diventi una componente imprescindibile nella strategia del miglioramento della qualità dell’organizzazione sanitaria che parta dall’accesso alle cure, con reattività ed empatia del personale sanitario, con una buona comunicazione sia dal personale amministrativo che sanitario, fino a giungere ad un trattamento appropriato basato su performance qualitative di alto livello che riportino il malato fragile al centro del progetto assistenziale. Tutto ciò dovrebbe essere permesso e/o appoggiata da una politica meno rigida nei confronti della Sanità pubblica in generale. Utopia? La speranza è l’ultima a morire.

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