08/07/2019 62 Festival dei 2 Mondi di Spoleto. Musica. Teatro Romano. Banda Musicale dell'Esercito Italiano. Nella foto la Banda diretta da Magg. Filippo Cangiamila. Spettacolo presentato da Tonino Bernardelli

La Banda dell’Esercito Italiano

La Banda dell’Esercito Italiano è stata costituita in Roma il 1° febbraio 1964, su decisione dello Stato Maggiore dell’Esercito per accentrare i compiti e le funzioni di rappresentanza delle disciolte bande presidiarie minori. Inizialmente formata da 126 elementi, sottufficiali e militari di truppa, attualmente è incardinata in una struttura gerarchica costituita da un Comandante (Ufficiale superiore d’Arma, responsabile della disciplina e dell’impiego), un Comando, un Maestro Direttore per la cura dell’aspetto artistico, un Vicedirettore e il Complesso Musicale. La Banda dell’Esercito Italiano dal luglio 2019 è diretta dal Maestro Magg. Filippo Cangiamila che gentilmente ci ha concesso questa intervista.

Come nasce la Banda dell’Esercito Italiano?

La Banda dell’Esercito Italiano è una delle bande militari più prestigiose in Italia, fondata nel 1964. È il complesso musicale istituzionale rappresentativo della Forza Armata.

Da quanti elementi è composta la Banda dell’Esercito Italiano?

È costituita da centodue orchestrali, un archivista, un Maestro Direttore e un Maestro Vicedirettore, tutti diplomati al Conservatorio e reclutati tramite concorso nazionale per esami e titoli. Sono tutti militari dell’Esercito Italiano, non ci sono componenti esterni.

Qual è la funzione della Banda?

La Banda ha principalmente due funzioni, quella “istituzionale” (giuramenti, cerimonie militari, visite di Stato ecc.) e quella concertistica e divulgativa della musica. L’intensa attività concertistica l’ha vista protagonista nei più prestigiosi teatri italiani ed esteri. Inoltre, vanta partecipazioni nelle più importanti rassegne musicali, Festival Nazionali e Internazionali e apparizioni in numerose trasmissioni televisive.

Come si è avvicinato al mondo della Banda?

Ho svolto studi al conservatorio studiando uno strumento a fiato oltre che composizione, strumentazione per banda e direzione d’orchestra. Le mie prime esperienze sono state nelle bande civili e in orchestre sinfoniche, poi sono stato strumentista della Banda della Guardia di Finanza, da lì ho fatto esperienza come vicedirettore nella Banda della Polizia Penitenziaria coltivando il mio desiderio di riuscire, un giorno, a dirigere una banda militare.

Perché il desiderio di entrare nella Banda dell’Esercito Italiano?

La Banda dell’Esercito Italiano ha sempre avuto la particolarità di eseguire molta musica originale per banda e al tempo stesso coniugava visibilità e istituzionalità.

Le bande militari rappresentano un punto di riferimento per le numerose realtà bandistiche italiane, perchè?

Per la qualità e per la scelta dei repertori. Difficile trovare bande in Italia che abbiano le nostre possibilità sia per quanto riguarda i repertori sia, soprattutto, per il numero dei componenti stabili.

08/07/2019 62 Festival dei 2 Mondi di Spoleto. Musica. Teatro Romano. Banda Musicale dell’Esercito Italiano. Nella foto la Banda diretta da Magg. Filippo Cangiamila. Spettacolo presentato da Tonino Bernardelli

 

Avete un repertorio per ogni evento cui partecipate?

Abbiamo un archivio musicale molto vasto, infatti abbiamo un archivista che si dedica a questo avendo cura anche delle migliaia di spartiti storici che abbiamo. Suoniamo tutti gli inni nazionali perché spesso ci capita di suonare nelle occasioni in cui i capi di Stato visitano il nostro e sono ricevuti dal Presidente della Repubblica, quindi dobbiamo accoglierli. Il repertorio della Banda dell’Esercito spazia da quello celebrativo a quello lirico sinfonico, con particolare predilezione per la musica originale per Banda, approfondita sia in pagine storiche che in brani della più viva attualità. Tra l’altro l’esecuzione dell’Inno Nazionale Italiano è inserito tra i simboli della Repubblica, sul sito internet del Quirinale.

In quali teatri vi siete esibiti?

Teatro “Massimo” di Palermo, “V. Bellini” di Catania, “San Carlo” di Napoli, “Petruzzelli” di Bari, Opera di Roma, “Regio” di Parma, “Carlo Felice” di Genova, “La Fenice” di Venezia, “Regio” di Torino, “Scala” di Milano, Auditorium “Parco della Musica” e Auditorium “Conciliazione” di Roma, Auditorium della RAI di Torino, Auditorium “G. Verdi” di Milano. All’estero, la Banda si è esibita in Francia, Olanda, Malta, Belgio, Lussemburgo, Austria, Egitto, Germania, nell’area balcanica e negli Stati Uniti d’America.

Avete partecipato anche ad alcuni Festival?

Assolutamente come: il Festival dei 2 Mondi di Spoleto, “K” Festival di Roma, Festival Internazionale delle Bande Militari di Modena, “Feste Musicali” di Bologna, “Settembre Musica” di Torino, Festival di Sanremo, Festival Internazionale “Hector Berlioz” in Francia, oltre che collaborazioni con artisti di fama mondiale sia nell’ambito della musica classica (Daniela Dessì, Placido Domingo, Steven Mead, Jacques Mauger, Katia Ricciarelli, Gianluca Terranova, Enzo Turriziani), che nell’ambito della musica leggera (Giovanni Allevi, Gigi D’Alessio, Gianni Morandi, Ivana Spagna) ambiti nei quali ha sempre riscosso plauso e apprezzamento.

C’è differenza tra l’attuale repertorio e quello del passato?

Per quanto riguarda la banda si, diciamo che fino a una cinquantina di anni fa le bande in Italia avevano un repertorio un po’ limitato, nel senso che era cristallizzato, principalmente su trascrizioni di musica operistica e di musica sinfonica, mentre oggi, come vi dicevo, si spazia in maniera più ampia. La Banda dell’Esercito si dedica moltissimo anche al repertorio originale per orchestra di fiati, infatti quest’anno, per esempio, abbiamo dato due prime esecuzioni assolute di due compositori che hanno scritto appositamente per la nostra banda.

Che consigli darebbe a un giovane che vuole intraprendere la carriera di strumentista in una Banda, a prescindere dall’Esercito?

È importante formarsi con serietà, studiando e impegnandosi. Frequentare istituti d’eccellenza per poter esprimere al meglio le proprie capacità artistiche facendo sì che emergano e sboccino. La musica è vocazione che non permette distrazioni.

Sarete presenti al Festival della Canzone italiana a Sanremo 2024?

Negli ultimi anni c’è stata una diversa scelta della produzione portando la Banda ad aprire la serata finale del Festival della Canzone italiana.

Che cosa suonerete?

Suoneremo in apertura il “Canto degli italiani” il nostro “Inno Nazionale” e poi, ovviamente usciremo in maniera coreografica suonando una marcia militare.

Quali prospettive per la Banda del terzo millennio?

Mi auguro che la Banda del terzo millennio possa avere più strade da percorrere. Sarebbe importante potesse avere un serio riconoscimento anche da parte degli ambienti accademici della musica. La Banda è ancora considerata un po’ la sorella minore dell’orchestra, invece, devo dire che, piano piano, qualcuno si sta accorgendo che anche le bande possono fare repertorio di alta qualità. Spero che con il terzo millennio possa esserci questo sguardo attento affinché la Banda possa essere scelta ed esibirsi al pari di un’orchestra.

Un’ultima domanda, chi è Filippo Cangiamila?

Filippo è un amante della musica, lo sono sempre stato, vivendo in funzione della musica. La musica e le bande sono per me una scelta di vita.

 

 

 

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