L’arte come via di salvezza

Ho deciso molto presto di diventare un’eroina. Chi sarò io? George Sand? Giovanna d’Arco? Napoleone in sottana? Non assomiglierò a mia madre … passerò la mia vita a fare domande (Niki De Saint Phalle)”. Non solo ha passato la vita a farsi delle domande ma il suo nome è “Niki de Saint Phalle. E faccio sculture monumentali”. Racconta di sé l’artista, nobile da parte del padre francese, che ha dato vita a “Il Giardino dei Tarocchi”. Una vita la sua tormentata e al tempo stesso alla ricerca del senso e del significato della vita all’interno della sua cifra esistenziale. Famosa tanto quanto Andy Wharol, Niki è negli anni ’60 un’icona di libertà e di effervescenza creativa. Artista autodidatta per scelta, una vita segnata dall’incesto da parte del padre, un segreto che rivelerà solo alla fine della vita. Nonostante tutti i suoi dolori, il manicomio, la ricerca di una serenità, lei è “un’eroina” per tutte le donne. Di questa vita così tormentata e affascinante, Roberta Calandra ne raccoglie l’essenza, portandola all’interno della sua opera per il teatro dal titolo: L’Imperatrice che sarà in scena in un luogo magico a Roma. Caterina Gramaglia sarà interprete di questa opera poderosa della Calandra che racconta la vita di questa straordinaria artista che ha lasciato una traccia indelebile nel cuore della Maremma Toscana.

 

Sarà ai Giardini della Filarmonica Romana con uno spettacolo denso della sua cifra: L’Imperatrice. Può raccontarci qualcosa?

Lo spettacolo è già stato presentato a Capalbio la scorsa estate in collaborazione con la Fondazione Capalbio, poi lo scorso autunno in un teatro che amo molto: Teatro dei Documenti. Quest’ultimo è il luogo ideale per lo spettacolo, dove ha ricevuto tanto affetto, calore e interesse. Il 31 luglio saremo ai giardini della Filarmonica, altro luogo meraviglioso. Sarà curioso perché lo spettacolo cambia sempre rispetto al luogo che lo ospita, sarà interessante vederlo viverlo in questo “Giardino”.

Quanto la vita di Niki De Saint Phalle s’intreccia con la sua?

Niki di certo mi è entrata nel cuore. La sua vita è molto diversa dalla mia, ci sono però quei tratti comuni che sono il legame con l’arte come via di salvezza.

Il Giardino dei Tarocchi un luogo nel luogo, una storia nella storia, come il pubblico ha accolto e ancora accoglierà questo straordinario capolavoro creato da Niki De Saint Phalle?

Quando si presentano dei progetti, spettacoli, sappiamo bene che qualcuno li accoglierà con amore altri con diffidenza o poco entusiasmo, fa parte di questo mestiere. Chiaramente il mio desiderio è quello che passi la storia di Niki, che le persone tornino a casa (indipendentemente da quel che pensano dello spettacolo) incuriosite, stimolate, curiose di saperne di più.

Niki De Saint Phalle è un’eroina del nostro tempo?

Lo è certamente. Già all’epoca era una donna moderna, coraggiosa, che ha scelto di essere un grande esempio per il femminile contemporaneo.

Quanto le avversità della vita possono promuovere qualcosa di unico in una persona?

La vita, in ogni suo attimo, è una promotrice di qualcosa di unico. Ogni essere umano è unico grazia alla sua storia, al suo vissuto, al suo essere persona. Molte cose dipendono dal carattere dell’individuo, dalla sua forza di volontà, dal suo un modus pensandi affinché le avversità diventino occasioni. Niki era un’alchimista ha reso tutta la sua vita un’opera d’arte.

Il talento è un riscatto o una possibilità di cura?

Credo che il talento sia un modo per riscattarsi emotivamente, socialmente ed è anche una possibilità di cura per sé e per gli altri, se messo al servizio dell’altro.

Quanto è stato difficile interpretare quest’artista così tormentata?

Non conoscevo Niki de Saint Phalle. Conoscevo il Giardino dei Tarocchi ma non ci ero mai stata.

Leggendo la sua vita, attraverso le parole di Roberta Calandra, sbirciando una decina di libri portati dall’autrice e guardando le sue opere mi sono appassionata. È stata immediata la fascinazione per questa artista. Il 15 agosto in un pomeriggio caldissimo con il debutto la sera sono stata al “Giardino dei Tarocchi” e conoscendo la vita di Niki l’impatto è stato più forte. È difficile interpretarla per la sua complessità di animo e per il fatto che interpretare qualcuno, che è veramente esistito, richiede sempre un grande rispetto per non deludere.

Roberta Calandra racconta la tortuosa vita di Niki De Saint Phalle, avete lavorato insieme per raggiungere l’intensità recitativa che serve per un personaggio così denso della sua cifra?

Abbiamo lavorato con amore con Roberta (autrice) con Mariano (regista) per raccontare al meglio il suo mondo, la sua personalità.

Il regista come ha seguito la trama narrativa dell’autrice?

Mariano Lamberti è stato molto fedele alla trama narrativa, giusto piccoli tagli che hanno giovato allo scorrere della storia e portato ad una durata di un’ora e dieci lo spettacolo.

L’imperatrice è una donna che ha ottenuto una totale libertà esistenziale?

Niki ha preso il suo posto nel mondo. Sicuramente è stata una donna libera di essere, indipendente, forte.

Perché si chiama “L’Imperatrice”?

“L’Imperatrice” è la scultura più importante del “Giardino dei Tarocchi” dove ha vissuto per un periodo, è gigante, accogliente, materna, femminile. È l’arcano maggiore e la scultura che la racconta di più, come un ritorno nell’utero materno per rinascere ogni giorno.

Le contraddizioni e le fragilità di una donna possono portare a creare un mondo perfetto come il Giardino dei Tarocchi?

Niki lo ha creato a sua immagine e somiglianza, con la sua parte in ombra e la sua parte in luce. È decisamente il luogo della sua vita, ogni opera rappresenta la sua vita. La Giustizia che ha creato con il suo grande amore Jean Tangly, l’uso dei colori, gli specchi, l’esoterismo, i simboli, la magia.

Quanta Italia c’è nell’opera teatrale?

Il tarocco “La ruota della fortuna” racconta come nasce il “Giardino dei Tarocchi”, questo è l’unico momento in cui si parla dell’Italia.

Chi sono i suoi compagni di viaggio in questo lavoro teatrale?

I miei meravigliosi compagni di viaggio sono: Mariano Lamberti (il regista),  Roberta Calandra (l’autrice), Juan Diego Puerta Lopez (ha prestato la  sua voce delicata ai tarocchi),   Antonio Grambone (ha illuminati lo spettacolo),  Valeria Ricca (per i costumi),  Andrea Germoleo (per la grafica),  Elisa Fantinel (ufficio stampa),  e non ultima Rosa Morelli mia acting coach che mi segue in ogni mio progetto.

Secondo lei perché la vita di Niki è troppo poco raccontata?

Non saprei dire il perché, purtroppo la vita delle donne in genere è sempre troppo poco raccontata. Probabilmente uno dei motivi è che in Italia non è molto conosciuta.

In Niki si ritrovano tracce di Alda Merini?

Entrambe artiste sono fuori dal tempo, entrambe sono state donne con delle grandi personalità, entrambe hanno fatto l’esperienza drammatica del manicomio, ed entrambe hanno trasformato quell’esperienza in racconto attraverso la poesia, attraverso l’arte.

Andrete in tournée?

Per il momento no. Ma ci sono varie situazioni che stiamo valutando essendo una piccola produzione

Progetti autunnali?

Al teatro dei documenti “Und” di Howard Barker regia di Rosa Morelli. “Fiori di Campo” regia di Siddharta Prestinari al teatro cometa off.  “Razza sacra” regia di Mariano Lamberti all’Off off theater. Da circa un anno insegno alla scuola del teatro Marconi diretta da una cara amica Tiziana Sensi insieme ad altri bravissimi insegnanti.

 

Psicologa, Psicoterapeuta, Criminologa, Giornalista, Blogger, Influencer, Opinionista televisiva.

Autrice di numerosi saggi e articoli scientifici.

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